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L'OSPITELettera per il presidente del Festival di Locarno

09.08.15 - 10:18
Germano Mattei, deputato di MontagnaViva al Gran Consiglio della Repubblica e Cantone Ticino
Ti-Press
Lettera per il presidente del Festival di Locarno
Germano Mattei, deputato di MontagnaViva al Gran Consiglio della Repubblica e Cantone Ticino

Stimato Presidente,

Caro Marco,

seguo con interesse l’inizio del Festival che dirigi abilmente da anni, partenza che vedo come ogni anno un po’ tribolata. Recentemente nella mia veste di Deputato di MontagnaViva ho sostenuto con convinzione l’importante credito cantonale per il finanziamento di questa primaria manifestazione per Locarno e i suoi immediati dintorni. Infatti, storicamente la ricaduta si ferma poco più in là della zona urbana. Qualche eccezione ammessa naturalmente. Da decenni la ricaduta turistica ed economica è importante per la regione del locarnese, benefica e va salvaguardata con determinazione. Questo successo crea appetiti qua e là e non vorrei che con l’insistere a farsi male, infine, i “soliti ignoti” riescano a creare problemi all’evento agostano del locarnese. Mi fa un po’ male veder nascere ogni anno qualche nuova polemica, che quale Presidente superi sempre con la riconosciuta grande signorilità. Il Festival è il festival, un carrozzone che ha moltissimo di positivo e di benefico per molti aspetti, ma nello stesso tempo nel suo seno porta qualche pecca e i problemi reali o abilmente orditi sono sempre dietro l’angolo. Il settore della cultura deve essere per antonomasia intelligentemente libero. Guardiamo avanti, ma tutti assieme se possibile!

Queste mie righe hanno un fine ambivalente. Un aspetto è di augurio e condivisione che giunge dalla cime delle mie montagne, vorrei dire “dimenticate montagne”.

D’altro canto queste righe per scusare la mia assenza da ogni evento cui sono stato invitato. Non sono venuto in Val di Blenio a fine luglio poiché ero sull’alpe – tuttavia complimenti per l’iniziativa, peccato, ho sentito, un po’ a chiaro e scuri.  In questo contesto “extra muros” ritengo peccato che con il tuo Festival non siete mai entrati nel merito di una mia vecchia proposta di organizzare una sezione del festival “premio montagna” all’oramai fallimentare Centro dell’artigianato valmaggese di Cevio. Infrastruttura attrezzata per simili eventi. Tristemente annoto che questa realizzazione di fine anni ottanta è oramai abbandonata dalla mia valle e dal Comune sede, è sulla via di un misero destino, appunto il fallimento (mi si dice che si stanno depositando i bilanci in Pretura)! -.

Non parteciperò lunedì all’evento AET e nemmeno il 12 agosto al ricevimento in onore al Gran Consiglio ticinese.

Per quanto riguarda l’AET sono deluso del suo comportamento all’indirizzo del progetto per la mobilità sostenibile per mezzo delle auto elettriche. Con lungimiranza per diversi anni ha sostenuto la presenza promozionale di una decina di e-auto di ultima generazione diffuse nel cantone (ET di Leventina, Blenio, Bellinzona, Gambarogno, Tenero Verzasca, Mendrisio e i privati con Il campeggio Campo Felice e il mio progetto test Infopoint Vallemaggia). Nel momento che il progetto stava prendendo forma e corpo ad aprile di quest’anno – a stagione già iniziata e a organizzazione logistica e organizzativa oramai varata – laconicamente l’AET comunica ai partecipanti che il progetto è annullato. Si viene a sapere non a ottobre, alla fine stagione turistica, ma ad aprile! Incomprensibile! Il sostegno era di poche decine di migliaia di franchi, sicuramente poco o nulla rispetto a quanto AET investe per sostenere il Festival e una briciola rispetto all’utile realizzato del Gruppo di emanazione pubblica. Per il progetto che promuovo dal 2012 con l’Infopoint Valmaggia bici e auto elettriche è stata un’ulteriore mazzata. Dico ulteriore mazzata considerato il disinteresse generale in cui si sviluppa il progetto pilota. Anche il tuo Festival, seppur da sempre sollecitato, non ha mai affittato una bicicletta. Né negli anni passati, una macchina elettrica, almeno quale sostegno e quale partecipazione ideale ad un’iniziativa da tutti lodata, ma in concreto da nessuno sostenuta nella sua difficile gestione (correggo, in effetti, sostenuta dal Progetto di Parco nazionale con la gita del venerdì in val Rovana e a Bosco Gurin e da alcuni aiuti start).

Quindi al tavolo di questi Signori del vapore non mi siedo e nemmeno mi lascio allettare e imbonire con un qualche omaggio, champagnini e bocconcini aperitivo.

Idem per l’invito alla giornata dedicata ai membri del Gran Consiglio. Sono un deputato solo e soletto che cerca di attirare attenzione sulla necessità di una politica diversa verso le zone periferiche e di montagna, che sono oltre l’80% del nostro territorio cantonale: vera ricchezza per il paese stesso, per il suo futuro, unico sbocco reale per il nostro turismo (che langue specialmente quest’estate, mai visto un deserto simile!). Da gennaio vi è una nuova organizzazione turistica di stampo e cultura urbana, come facilmente avevo preconizzavo. Da quarant’anni - come per altro lo sei tu con migliori fortune - vivo e opero nel settore del promovimento regionale, del turismo, della salvaguardia attiva del territorio culturale e antropico e mi sono lasciato ancora una volta imbonire da chi vende “palta” per oro. Sbagliando un’altra volta. Purtroppo noi vallerani siamo dei grandi creduloni! Il gatto e la volpe di Collodi non muoiono mai!  A pochi mesi dal varo della nuova Legge sul turismo e relativa riorganizzazione di concentrazione turistica siamo confrontati con il bel vecchio che avanza, con il perpetuarsi dello sfacelo. Si diceva spoliticizziamo il settore ed è invece stata una corsa alle cadreghe, e non mi dilungo a dire da parte di chi…! Stiamo dando la colpa al cambio Franco-Euro, ma i motivi sono ben altri. Vedo che non sono più uno dei pochi a pensarlo Non voglio tediare, ma a Te che sei stato Direttore dell’ETT e sino a poco fa Presidente di Ticino turismo, lo posso dire: se l’organizzazione turistica ticinese sino al 31 dicembre 2014 non era la perfezione e un po’ populista – ma la finiamo di allontanare dal popolo ogni ambito che infine lo concerne?-, quella varata al primo gennaio è il baratro! Abbiamo calato letteralmente le  brache alle brame cittadine luganesi e locarnesi, punto e basta! Ora Mendrisio è già alle strette e chiede di essere aiutata o meglio essere aggregata a Lugano! Mi dicevano che vaneggiavo quando scrivevo che l’unica decisione giusta era quella di un ET unico del fazzoletto del Sottoceneri! Esci dal Gottardo e non vi è nessuna un’indicazione, un invito, un’informazione, totem ben augurante che inviti chi transita di magare fare un attimo di riflessione per invitarlo a fermarsi in Ticino. La nuova OTR del locarnese e delle Valli si è voluta “mano militari” chiamare “Locarno e Ascona”. Avevo proposto, con argomentazioni ragionate e regionali, “Locarno – Ascona – Basodino”. Al Monte verità a un recente convegno CROSI/RSI fui pubblicamente deriso, indirizzandomi  l’augurio che si sperava che non fossi eletto in Gran Consiglio! Il Basodino con i suoi oltre tremila metri è la più alta cima di tutta la regione, Un punto di riferimento come Locarno e la ben nota Ascona. Con questa soluzione di marketing si legava così il territorio urbano alle Valli retrostanti, al territorio tutto. Si creava interesse nel turista nel chiedersi: ma cos’è sto Basodino, inducendo curiosità nel turista di riferimento e specialmente in quello dei nuovi mercati.

Termino con una citazione della bibbia riferita al Padrone della messe e agli operai che mietono. Senza un Padrone avveduto e con le idee in chiaro, il lavoro dei mietitori rischia di andare a ramengo! Quattro anni or sono quando scrissi che un turista nordico che veniva in Ticino da oltre trent’anni diceva malinconicamente che ogni anno che scendeva in Ticino lo trovava sempre più brutto e meno accogliente, mi argomentasti che condividevi e che il Ticino sotto ai 500 metri era da buttare! Forse non è proprio così, ma sicuramente il buon Turista deluso e te stesso non avevate tutti i torti.

Mi scuso se mi sono dilungato, rubando un pochino del tuo prezioso tempo.

Rinnovo l’augurio di successo e di lunga vita la Festival internazionale del Film di Locarno, confido che questa riflessione di protesta sia utile per qualche riflessione comune, ma principalmente che porti ad una qualche reale modifica dell’atteggiamento verso la periferia e il suo sviluppo. La proposta di un Dipartimento Montagna è sempre più valida e urgente nella sua realizzazione.

Sono state ben apprezzate le iniziative come quella recente in val di Blenio, quella dell’anno scorso con la visita degli Ambasciatori Svizzeri a Peccia e al suo marmo o quella di quest’anno in Val Verzasca.  Sono episodi cui compiacersi che necessitano poi di continuità, di azioni e politiche concrete e diverse di quelle cui viviamo, o meglio, subiamo oggigiorno.  Mi scuserai ma visto l’interesse pubblico dei temi generali trattati in queste mie riflessioni diffondo questo scritto ai media e alle persone che ritengo interessate.

Ad “multus annos” Presidente.

Con amicizia.

 

 

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