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L'OSPITENon ipotecare il futuro con il PAL 2!

24.07.15 - 11:33
Anne Sassi, membro Comitato PS Lugano
Foto Ti-Press Benedetto Galli
Non ipotecare il futuro con il PAL 2!
Anne Sassi, membro Comitato PS Lugano

Nella calura di luglio, che ci porta a pensare a tuffi nel lago e relax, eccoci a dover prestare invece attenzione al megaprogetto per l’agglomerato di Lugano, votato dal Consiglio comunale. E mobilitare l’opinione pubblica risulta una sfida che gli ambienti sensibili alle tematiche dell’urbanismo hanno rilevato.

In realtà il tema del Piano dell’agglomerato del Luganese 2 (PAL 2) interessa e preoccupa, da quando alcuni mesi fa è stata diffusa la pubblicazione “Un programma sostenibile per lo sviluppo dell’agglomerato luganese” promossa dalle associazioni di cittadini per il territorio e dall’ATA, che fa il punto sui problemi della regione, sulle possibili soluzioni in termini di sviluppo economico, demografico e sulla mobilità.

Vorrei rilevare per esempio la critica degli autori verso una visione di sviluppo che mette ancora Lugano-città come centro e quindi non inverte la tendenza attuale della mobilità (motorizzata!) verso la città. Che il PAL 2 sia già in partenza un progetto obsoleto?

Il PAL 2 prevede anche uno sviluppo di treni regionali e di linee di tram, e questo rappresenta una parte cospicua dei costi. Su questo aspetto gli oppositori denunciano le proposte più ambiziose e irrealistiche dei progettisti, come una galleria tra Lugano centro e Bioggio. Invece andrebbe sviluppata una rete che ingloba le infrastrutture già esistenti, come la Ferrovia Lugano Ponte Tresa.

Quindi ci troviamo a fare delle scelte cruciali per il futuro di Lugano e della regione, questioni che devono fare l’oggetto di un largo dibattito e votate.

Invito quindi a firmare in questi giorni il referendum sul PAL 2.

I referendisti hanno pochissimo tempo per raccogliere le firme (sarà dovuto al caso?). Tuttavia l’opinione pubblica va sensibilizzata, specialmente i giovani che vedranno l’evoluzione di Lugano nei prossimi decenni e subiranno gli effetti delle scelte aberranti del 2015.

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