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L'OSPITEL'AITI dice NO

02.06.15 - 06:00
AITI
tipress
L'AITI dice NO
AITI

Votazione cantonale del 14 giugno 2015: l'AITI dice NO all'iniziativa cantonale “Salviamo il lavoro in Ticino!”e NO all’aumento delle imposte e tasse di circolazione.  Inserire nella Costituzione cantonale il salario minimo obbligatorio per mansione e settore economico, così come chiede l'iniziativa popolare cantonale “Salviamo il lavoro in Ticino!”, in votazione cantonale il prossimo 14 giugno 2015, equivale ad adottare una soluzione difficoltosa dal punto di vista giuridico, paradossale sul fronte salariale e insidiosa per il partenariato sociale. Come ha già disposto il Tribunale federale in una sentenza del 2010, i Cantoni possono fissare salari minimi ma il loro livello deve sostanzialmente essere equivalente alle prestazioni sociali-assistenziali fornite nel Cantone. Ciò indica prima di tutto che i salari minimi derivanti dall’iniziativa in votazione non potrebbero risolvere i problemi a cui essa dice di poter rispondere. Inoltre, fissando una percentuale di circa il 60 % del salario mediano nazionale per categoria professionale – andare oltre tale soglia violerebbe la libertà economica – per fissare i salari minimi a livello cantonale, l'iniziativa ha anche la pecca di non risolvere la questione di avere un salario dignitoso. Ne deriverebbero infatti salari attorno ai 3'000 franchi mensili.

La questione del dumping salariale va risolta con i mezzi che la legge già attualmente mette a disposizione e in particolare attraverso i controlli del mercato del lavoro e le sanzioni, non imponendo regole a tutta la categoria degli imprenditori, di cui la gran parte si comporta correttamente. Ma paradossale sarebbe anche l'effetto dell'iniziativa sulla manodopera estera, che con un salario minimo obbligatorio sarebbe favorita rispetto a quella residente. Ne beneficerebbe infatti il 20 % della manodopera estera, cioè oltre 10'000 lavoratori non residenti in Ticino. Come se non bastasse, l'iniziativa “Salviamo il lavoro in Ticino!” ha anche il difetto di escludere il partenariato sociale a favore dell'introduzione dei salari da parte dello Stato, quando il partenariato sociale ha dimostrato nel complesso di funzionare, poiché le parti sociali conoscono meglio di ogni altro il tessuto economico in cui sono chiamate a operare, le specificità dei singoli rami d’attività e delle imprese e sono pertanto in grado meglio di altri di stabilire le condizioni salariali tenendo conto di tutti i fattori.

L'Associazione industrie ticinesi (AITI) si dice inoltre contraria alla modifica del 25 novembre 2014 della legge sulle imposte e tasse di circolazione dei veicoli a motore del 9 febbraio 1977, che accorda al Consiglio di Stato la facoltà di applicare un supplemento variabile tra l’1% e il 5% all’imposta di circolazione di automobili, autoveicoli pesanti e autobus, motoveicoli e motoleggere, in quanto un aumento della tassa di circolazione colpirà inevitabilmente anche le aziende ticinesi, che già oggi devono combattere la concorrenza internazionale e le conseguenze del franco forte.

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