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L'OSPITEBellinzona, le città e i quartieri

26.05.15 - 06:00
ATAC, Associazione Ticinese per l'Autonomia dei Comuni
Bellinzona, le città e i quartieri
ATAC, Associazione Ticinese per l'Autonomia dei Comuni

Quando, qualche anno fa, si diede inizio alle fusioni un Consigliere di Stato affermò che non bisognava coinvolgere i quartieri nelle decisioni che li riguardavano perché, così facendo, avrebbero potuto ritardare o impedire i progetti del centro il quale non sarebbe stato più libero di decidere.

Oggi la situazione non è cambiata: le fusioni si chiamano aggregazioni ma la sostanza è sempre la stessa. L’Associazione Ticinese per l’Autonomia dei Comuni (ATAC) da tempo lotta per il riconoscimento politico dei quartieri, purtroppo senza risultati. Il quartiere è e rimane un ente consultivo.

Di fronte alle timide proteste di alcuni sindaci vennero introdotti i patti politici cioè la promessa di realizzare delle opere a favore dei comuni che si aggregano. Così si realizzano alcune opere dopo di che il futuro quartiere non avrà più voce in capitolo. Inoltre i patti politici possono anche non essere rispettati come, purtroppo, spesso è capitato.

I politici continuano a promettere il coinvolgimento dei quartieri ma nella realtà non fanno niente a livello legislativo per cambiare la situazione. E così, gli ex Comuni politicamente sono ridotti al silenzio e i centri possono disporre del territorio a loro piacimento. È quello che è successo nelle città aggregate.

Ed è quello che sta succedendo a Bellinzona dove i sindaci promotori dell’aggregazione non hanno il coraggio di dire la verità ai cittadini per cui peregrinano da un comune all’altro con false promesse e, laddove trovano dissenso, passano ai ricatti.

Un’aggregazione costruita con sincerità verrebbe meglio vissuta dai cittadini e non provocherebbe malumori. Invece si continua a promettere sapendo di non essere in grado di mantenere. E se i fautori credono veramente a ciò che raccontano non devono far altro che convincere i loro partiti ad andare in Gran Consiglio a proporre delle modifiche alla legge sulle aggregazioni in modo che i quartieri diventino veramente un ente riconosciuto. Perché non lo fanno?

Il Consigliere di Stato, a Falò, ha dichiarato che le zone periferiche devono rendersi conto che non potranno avere lo stesso trattamento di chi vive in centro. Ma allora perché aggregarsi? La realtà è che ci sono diversi milioni da spartire e se i quartieri ne avessero la possibilità ne rivendicherebbero alcuni mentre con l’attuale legge vengono incanalati in una sola direzione!

E quando ci sono in ballo i milioni tutti i politici si mobilitano e tutti i partiti vanno d’accordo! Non avevamo mai visto una partecipazione così numerosa di politici ai dibattiti come quando si parla di aggregazioni e dato che di solito non si muovono per la gloria è facile intuirne i motivi…

Auspichiamo perciò che i cittadini del Bellinzonese esigano chiarezza e trasparenza nell’affrontare il discorso aggregativo con programmi che vadano al di là della contingenza immediata affinché non abbiano a rimpiangere le decisioni prese come sta succedendo un po’ in tutto il Cantone.

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