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L'OSPITERidurre la disoccupazione si può

16.03.15 - 09:42
Michela Delcò Petralli, Verdi del Ticino
Ti-Press
Ridurre la disoccupazione si può
Michela Delcò Petralli, Verdi del Ticino

In Ticino il fenomeno del frontalierato ha registrato negli ultimi anni la crescita maggiore rispetto agli altri cantoni. Dal 2002 ad oggi il numero di frontalieri è raddoppiato. Nel III trimestre 2014 il numero dei frontalieri si è attestato a 62'481 su un totale di 187'100 impieghi pari quindi al 33,4% dei posti di lavoro1 Parallelamente all’aumento dei frontalieri in Ticino è aumentato anche il numero dei disoccupati. A dicembre 2014 i disoccupati erano 7382 (rispetto al mese precedente + 5,2 %), le persone in cerca di lavoro iscritte agli Uffici regionali di collocamento (URC) 11'042 (rispetto al mese precedente + 3,0%) Il tasso di disoccupazione SECO 4.6% (rispetto al mese precedente +0,2 %) (http://www4.ti.ch/index.php?id=18318). Nel secondo trimestre del 2014, il tasso Ilo in Ticino era del 6.6%, in aumento dello 0.2% rispetto a un anno prima A fine settembre 2014 erano 8'500 le domande registrate (crescita annua +12%).

Nel dicembre 2013 il Parlamento cantonale aveva accolto due mozioni2 ispirate alla prima direttiva del cantone di Ginevra, volte ad introdurre nell’amministrazione statale una priorità di assunzione per i disoccupati residenti.

Con i due atti parlamentari si chiedeva di elaborare un quadro normativo per favorire l’assunzione, da parte dell’Amministrazione cantonale, dei disoccupati residenti iscritti agli URC, ma anche di estendere questa misura agli enti autonomi con personalità giuridica di diritto pubblico e agli enti sussidiati.

Il Consiglio di Stato aveva aderito alla proposta ma limitatamente all’Amministrazione cantonale (Messaggio 6812), aggiungendo peraltro come non necessitasse alcuna revisione legislativa della LORD.

Per contro, per il parastato e gli enti sussidiati dal Cantone (ospedali, azienda elettrica, ACR, Supsi, Usi, BancaStato, fondazioni e associazioni ecc.) era lasciato semplicemente al buon volere dei datori di lavoro l’accordare priorità all’assunzione dei residenti disoccupati. “Per gli enti di diritto pubblico non sussidiati, essendo i medesimi del tutto autonomi e non soggetti alla LORD, il Governo non dispone della facoltà di imporre delle regole riguardanti le priorità di assunzione. Ciononostante, il Consiglio di Stato si farà parte attiva presso detti enti per proporre loro l’adozione di regole similari nei loro ambiti di competenza, così come descritto nelle Linee Direttive 2012-2015, Capitolo 2.3 “Sicurezza e coesione in evoluzione”, paragrafo 3.2. “Responsabilità sociale delle imprese e del singolo individuo” (gennaio 2012). Analogamente si procederà per quanto concerne gli enti sussidiati.

Ci preme sottolineare che per le aziende che seguono questa prassi, ciò potrebbe anche tradursi in un eventuale beneficio finanziario, poiché il datore di lavoro che assume persone iscritte agli URC può accedere alle diverse misure di sostegno e rilancio dell’occupazione già oggi previste dalla LADI e/o dalla LRilocc (come per es. il periodo di pratica professionale; l’assegno d’introduzione; gli incentivi finanziari all’assunzione (presa a carico degli oneri sociali per 24 mesi)); i bonus d’inserimento in azienda o il sussidio per l’assunzione di disoccupati problematici (presa a carico parziale del salario -max. 60%- per i primi 12 mesi; ecc.)” (Messaggio 6812) 1 Dati USTAT. Addetti nei settori secondario e terziario, secondo il settore economico, il sesso e il tempo di lavoro in Ticino, per trimestre 2 24 settembre 2012 presentata da Marco Chiesa per il gruppo UDC "Priorità ai disoccupati: siete o non siete dalla loro parte?"; 29 gennaio 2013 presentata da Michela Delcò Petralli e Sergio Savoia per il gruppo Verdi "Preferenza ai residenti disoccupati""(Messaggio e rapporto 6812)Nel frattempo il Canton Ginevra ha elaborato una nuova direttiva, che estende il meccanismo di assunzione basato sulla preferenza dei residenti disoccupati, anche agli enti parastatali e a tutti gli enti sussidiati – dai musei, ai teatri, dalle antenne sociali, a pro Senectute (http://www.ge.ch/ocse/baseslegales.asp#dr.2)

In pochi mesi il Cantone romando è riuscito a frenare l’aumento della manodopera transfrontaliera: nel III quadrimestre 2014 i frontalieri sono addirittura scesi di 535 unità, mentre sono 536 i disoccupati assunti nell’amministrazione pubblica e nel parastato. La ricetta è relativamente semplice: quando nell’Amministrazione cantonale, o in un ente/associazione sussidiati dal cantone, si ricerca un profilo professionale per un posto vacante, va fatta richiesta all’ufficio di collocamento cantonale. Ufficio che, nel giro di 48 ore, deve fornire loro 5 potenziali profili di persone disoccupate, adatte ad occupare quel posto. Se il datore di lavoro – sussidiato dallo Stato – decide altrimenti, deve motivare il suo diniego e dimostrare che sul mercato c’è veramente un profilo migliore. Il meccanismo è sorvegliato dalla Sezione del lavoro ed i risultati riferiti al Consiglio di Stato.

La misura ginevrina è abbinata ad una sanzione: chi non si adegua rischia di perdere le sovvenzioni cantonali. L’esecutivo del Cantone di Ginevra ha dimostrato che si può fare di più, e che i soldi pubblici bisogna meritarseli! I sottoscritti deputati ritengono che anche il Ticino debba adottare il modello di Ginevra cosi come ogni altro strumento che permetta di diminuire il tasso di disoccupazione e di persone in assistenza. Non ci si può limitare a sostenere, con un disarmante atteggiamento fatalista, che una disoccupazione a tasso zero non è possibile! E non ci si può rassegnare al fatto di non poter conoscere i dati relativi alle assunzioni nel settore privato (vedi Messaggio 6981 a pag.3), soprattutto se questo settore è ampiamente finanziato dall’ente pubblico. Per riassorbire la disoccupazione e le persone in assistenza non bastano gli attuali strumenti di reinserimento professionale L-rilocc, LADI ecc., questi strumenti servono semmai da supporto a una politica di reinserimento più incisiva.

Più volte l’on. Laura Sadis ha dichiarato che tocca al Parlamento proporre di inserire nelle leggi istituenti gli enti pubblici non sussidiati il criterio di priorità ai disoccupati. Ebbene facciamolo!

Facciamo anche in modo che tutti i finanziamenti pubblici, per qualsiasi ragione siano concessi, vengano subordinati al meccanismo di assunzione basato sulla preferenza ai disoccupati, e agli iscritti agli URC (quindi anche persone in assistenza ma collocabili).

Resta inteso che il criterio della disoccupazione o dell’assistenza non dovrà essere l’unico criterio di scelta. Come disposto dalla giurisprudenza del Tribunale cantonale amministrativo la persona proposta per un determinato posto di lavoro dovrà avere i requisiti richiesti. Solo a parità di requisiti, rispetto a qualsiasi altro candidato, potrà beneficiare di una priorità nell’assunzione.

Il sistema di Ginevra non è perfetto visto che favorisce in modo manifesto i disoccupati rispetto a chi, pur residente, è al primo impiego o desidera cambiare posto di lavoro. Ma le ragioni sono legittime e rispondono ad un fine prioritario di politica sociale: diminuire la disoccupazione e le persone in assistenza.

La buona riuscita dell’applicazione del modello di Ginevra, dipenderà molto dall’organizzazione e dalla celerità con cui gli URC sapranno rispondere alle richieste dei datori di lavoro e anche dalla capacità di selezionare i candidati. Per quest’ultimo compito occorrerà prestare particolare attenzione alla formazione del personale degli URC e alla messa in rete dei profili professionali delle persone in cerca di impiego, la cui idoneità al collocamento dovrà essere accertata preventivamente.

Fatte queste premesse i sottoscritti deputati chiedono che per gli enti di diritto pubblico, non sussidiati e non soggetti alla LORD, si elabori un progetto di revisione legislativa per ancorare nelle singole leggi, istituenti gli enti di diritto pubblico (AET, EOC, BANCA STATO, ACR ecc.), il meccanismo di assunzione proposto dal modello di Ginevra.

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