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L'OSPITEAppello ai Capigruppo in Gran Consiglio

22.02.15 - 11:45
Il Ticino siamo noi
Appello ai Capigruppo in Gran Consiglio
Il Ticino siamo noi

Nelle settimana appena conclusa si sono susseguite notizie allarmanti per quanto riguarda il mondo del lavoro ticinese. Come cittadini ci saremmo aspettati prese di posizione chiare da parte dei partiti, che nei loro programmi elettorali promettono di favorire l’occupazione dei residenti e di garantire uno sviluppo economico proficuo al cantone. E invece la politica è stata a dir poco latitante. I pochi che hanno preso posizione lo hanno fatto per criticare l’inazione di altri o per esprimere solidarietà ai lavoratori in sciopero, ma nessuno ha presentato proposte concrete per l’occupazione o strategie sullo sviluppo economico.

In occasione dell’inizio della sessione del Gran Consiglio, ci appelliamo di nuovo a tutte le forze politiche del cantone affinché dimostrino quel senso di responsabilità che di solito richiedono ai noi cittadini.

Chiediamo ai partiti di tener fede agli impegni presi e ad attivarsi al più presto a favore di misure a sostegno dell’occupazione dei residenti.

I partiti si era trovati praticamente tutti d’accordo nel sostenere la creazione di un fondo cantonale per favorire il lavoro alimentato con i soldi dell’amnistia fiscale (iniziativa parlamentare presentata nella forma generica dai Capigruppo di PLR, LEGA, PPD, VERDI e UDC “Per l’istituzione di un fondo cantonale per favorire il lavoro” del 28 maggio 2013). L’attuazione è sospesa in attesa che il Tribunale federale prenda posizione sul ricorso per incostituzionalità inoltrato contro l’amnistia fiscale.

Nel frattempo però la Banca nazionale svizzera ha versato al Ticino quasi 57 milioni di utili, invece dei circa 30 previsti. Il PS, che non aveva sostenuto l’iniziativa all’epoca perché contrario all’amnistia, si è già detto favorevole all’impiego.

Per quanto riguarda la revisione parziale della Legge sul rilancio dell’occupazione (L-Rilocc), presentata giugno dal Consiglio di Stato, riteniamo semplicistico e sbrigativo eliminare le poche misure che esistevano per favorire l’inserimento professionale dei disoccupati locali in un momento simile. Se le misure attuali non raggiungono lo scopo prefisso (sussiste il rischio di “effetto manna” secondo quanto afferma il governo) sarebbe più sensato introdurre nella legge criteri vincolanti per evitare che le aziende beneficino di aiuti per l’assunzione di disoccupati o di giovani senza poi assumerli. Se esistono datori di lavoro che approfittano di questi aiuti è ingiusto che vengano penalizzati anche i disoccupati che sono le prime vittime delle distorsioni del mercato del lavoro ticinese. Sostituire le misure abolite con un assegno di formazione di cui potranno beneficiare solo 30 persone non coperte dalla Legge sull’assicurazione contro la disoccupazione è, a nostro avviso, decisamente insufficiente.

La campagna elettorale in vista delle votazioni del 19 aprile è già iniziata. I partiti ci chiedono di votarli basandoci sulle promesse fatte nei programmi elettorali, ma non è con il silenzio e la latitanza che si guadagna la fiducia dei cittadini.

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