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L'OSPITEUna disdetta grave ed ingiusta per le operatrici a domicilio

13.02.15 - 07:50
Laura Calebasso, sindacalista VPOD Ticino
Una disdetta grave ed ingiusta per le operatrici a domicilio
Laura Calebasso, sindacalista VPOD Ticino

La disdetta del Contratto collettivo di lavoro (CCL) cantonale per il personale dei Servizi pubblici di assistenza e cura a domicilio, denominato COSACD dal 1.1.2015 è una grossa tegola, come si dice... Ben 1000 operatrici ed operatori dei servizi pubblici sono toccati direttamente e altri 500 dipendenti dei servizi privati sono toccati indirettamente.

Come mai si è giunti a questa situazione difficile?

Il responsabile di questa situazione è un medico, il dr. Sergio Macchi, che da trent’anni fa il bello e il cattivo tempo nel Servizio di cure a domicilio del Luganese (SCuDo). Neppure l’Ufficio cantonale di conciliazione e l’on. Laura Sadis hanno potuto farlo desistere dalla disdetta del contratto collettivo di lavoro, che ha scatenato il putiferio. Per colpa del dr. Macchi, il CCL è venuto a mancare non solamente per il personale di SCuDo, ma anche per il personale degli altri 5 servizi cure a domicilio pubblici del Cantone Ticino: Mendrisiotto e Basso Ceresio, Malcantone e Vedeggio, Bellinzonese, Locarnese, Riviera e Tre Valli. Ovviamente le ripercussioni si fanno sentire anche sul settore privato di assistenza e cura a domicilio.

Questa situazione di grave incertezza per le lavoratrici a domicilio perdurerà finché i Sindacati e i cinque Servizi pubblici non avranno trovato un accordo per un nuovo CCL cantonale. È necessario inoltre lavorare per il consolidamento delle condizioni di lavoro anche del personale dei Servizi di cure a domicilio privati, in modo da evitare una folle corsa al ribasso nelle condizioni di lavoro a detrimento delle dipendenti (il cosiddetto dumping salariale). Vogliamo posti di lavoro con condizioni sostenibili per i residenti, altrimenti ci saranno solamente frontalieri sottopagati ad occuparli.

I rappresentanti del Partito liberale radicale di Lugano e della Lega dei Ticinesi nello SCuDo finora hanno assecondato la politica di deregolamentazione e di dumping sociale in Ticino. A parole questi partiti vogliono il partenariato sociale e vogliono difendere i posti di lavoro per i ticinesi. Ma nei fatti diversi dei loro esponenti scavano la fossa nella quale vorrebbero far cadere gli accordi tra sindacati e datori di lavoro, degradando le condizioni di lavoro al punto da impedire ai residenti di essere impiegati con un salario dignitoso. Tutto questo è molto grave e dovrebbe indurre questi politici a ripensare il loro comportamento irresponsabile, in particolare nei settori sussidiati.

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