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L'OSPITELa politica deve passare dalle promesse ai fatti

03.02.15 - 17:44
di Il Ticino siamo noi
La politica deve passare dalle promesse ai fatti
di Il Ticino siamo noi

Venerdì si è appreso che il Ticino riceverà quasi 57 milioni dalla Banca Nazionale Svizzera (BNS), invece dei circa 30 preventivati. Questa “manna” inaspettata, per una volta, dovrà andare a profitto anche delle principali vittime delle distorsioni del mercato del lavoro ticinese: i disoccupati.

In Ticino ci sono 12'000 disoccupati ILO e 14'800 sottoccupati (lavoratori in cerca di un impiego con una percentuale più alta). La recente decisione della BNS di non sostenere più il cambio fisso fra franco ed euro farà lievitare ancora l’esercito di senzalavoro. L’introduzione del lavoro ridotto, come era già avvenuto dopo la crisi del 2008, non fermerà né il dumping salariale, né l’aumento dei senzalavoro, né l’afflusso dei frontalieri.

Per la politica queste 26'800 persone e le loro famiglie sembrano non essere una priorità, anzi! La revisione parziale della Legge sul rilancio dell’occupazione (L-Rilocc) presentata giugno dal Consiglio di Stato prevede di ridurre le poche misure che esistevano per favorire l’inserimento professionale dei disoccupati locali.

La revisione propone infatti di abolire l’incentivo all’assunzione (art 3) che prevedeva un aiuto finanziario alle aziende che assumono disoccupati iscritti al servizio pubblico di collocamento, e il bonus all'assunzione (art. 4) . Per quanto riguarda l’incentivo per le imprese che assumono i giovani al primo impiego (art. 4°) si propone una riduzione del sussidio dal 25% al 15%. In pratica solo gli incentivi per l’assunzione di disoccupati problematici (art.5) sono usciti quasi indenni da questo colpo di mannaia. Le misure abolite verranno sostituite con un assegno di formazione di cui potranno beneficiare 30 persone non coperte dalla Legge sull’assicurazione contro la disoccupazione.

Dall’introduzione della libera circolazione, nel giugno 2002, i disoccupati Ilo in Ticino sono saliti da 5'400 a 12'000 e il tasso di disoccupazione è praticamente raddoppiato passando dal 3,4% al 6,7% ma l’unica risposta della politica è stata tagliare i sussidi a chi assume disoccupati locali.
La disoccupazione ILO per i giovani, secondo uno studio dell’Ufficio cantonale di statistica, ha ormai raggiunto il 16% ma l’unica risposta della politica è stata ridurre i sussidi per chi assume i giovani al primo impiego.
Si vuole introdurre un assegno di formazione per 30 persone quando i disoccupati che non hanno più diritto alle indennità sono più di 4'600 (12'000 disoccupati ILO - 7'382 disoccupati iscritti).

Tutto ciò per risparmiare 2,35 milioni sulle spalle di chi subisce in prima persona le conseguenze del degrado del mondo del lavoro in Ticino.
L’abolizione dei sussidi per l’assunzione di disoccupati residenti è stata giustificata con la volontà di evitare “l’effetto manna” (conferenza stampa del 30 giugno 2014 http://www3.ti.ch/CAN/cartellastampa/pdf-cartella-stampa-117193198874.pdf ) . Una spiegazione decisamente incomprensibile se si pensa che le stesse autorità hanno distribuito aiuti ad aziende che pagavano meno di 3'000 franchi lordi al mese i dipendenti fino alla fine del 2013.


Tutti i partiti senza distinzioni hanno messo al centro dei loro programmi elettorali il lavoro e la difesa dell’occupazione dei residenti. Ma al di là dei grandi principi e delle dichiarazioni di intenti, le soluzioni concrete ancora mancano.

Le proposte atte a favorire l’occupazione residente, il reinserimento professionale dei disoccupati e retribuzioni dignitose devono essere sostenute, per una volta lasciando da parte le tattiche e i calcoli elettorali. È ora che la politica passi dalle promesse ai fatti.

 

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