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L'OSPITENo alla nuova tassa sull’energia!

28.01.15 - 12:00
Marco Romano, Consigliere nazionale
tipress
No alla nuova tassa sull’energia!
Marco Romano, Consigliere nazionale

Il prossimo 8 marzo saremo chiamati alle urne per esprimerci sull’iniziativa popolare «Imposta sull’energia invece dell’IVA» lanciata dai Verdi liberali Svizzeri. Chi ha promosso e chi sostiene quest’iniziativa gioca d’azzardo e rischia di compromettere fortemente l’equilibrio finanziario della Confederazione. Come si deduce dal titolo, l'iniziativa popolare esige l'introduzione di un'imposta sulle energie non rinnovabili (benzina, olio da riscaldamento, ecc.) e nel contempo, quale compensazione, l’eliminazione dell'imposta sul valore aggiunto (IVA).

Vi è in gioco l’equilibrio dei conti dello Stato. Una “Berna federale” in difficoltà finanziaria metterebbe a dura prova anche Cantoni e Comuni, così come numerose realtà private. L’IVA è infatti la principale entrata della Confederazione.

Nel 2012 ha portato poco più di 22 miliardi, circa un terzo del bilancio federale. La nuova imposta sull’energia, così come presentata, non dà garanzie di colmare il vuoto che si creerebbe con la soppressione repentina dell’IVA. In aggiunta, se dovesse raggiungere l’obiettivo auspicato dai promotori (la diminuzione dei consumi), si ridurrebbero gradualmente le entrate della Confederazione tanto da rendere necessario o un innalzamento a dismisura dell’aliquota (quanti franchi vogliamo pagare per un litro di benzina?) oppure l’introduzione di nuove tasse alternative. Quale ulteriore conseguenza è ipotizzabile un aumento dell’imposizione fiscale generale per compensare quanto mancherà in cassa.

La nuova tassa comporterebbe un aumento di 33 centesimi per kilowattora, di 3 franchi e 30 per litro di gasolio da riscaldamento e di 3 franchi per litro di benzina. L’impatto sulle economie domestiche e sulle PMI sarebbe devastante.

Chi è oggi fragile, crollerebbe subito. E’ noto infatti che l’incidenza dei costi energetici (luce, riscaldamento, benzina) ha una rilevanza maggiore per chi dispone già di scarse risorse finanziarie. Ogni franco aggiuntivo ha un grande peso sia per le famiglie del ceto medio-basso sia per le persone sole. L’iniziativa propone una misura politica totalmente sproporzionata e di conseguenza irresponsabile.

Se pensiamo inoltre alla mobilità nelle regioni discoste e di montagna quest’iniziativa fa venire i brividi lungo la schiena. Con oltre 5 franchi al litro di benzina lascio immaginare ai lettori le conseguenze per chi abita in Valle o in zone non densamente abitate e quindi non servite adeguatamente da mezzi pubblici. Il Ticino ne è un chiaro esempio. Centinaia di chilometri all’anno a 5 franchi al litro? Un salasso. Un invito a lasciare le Valli per vivere tutti in città. La Svizzera
non è tutta “città e agglomerati urbani dell’Altopiano” dove immagino vivano comodamente i promotori dell’iniziativa.

In conclusione pensiamo agli effetti nelle zone di confine come il Ticino. Perderemmo ogni concorrenzialità rispetto all’Italia. Caricheremmo con questa nuova tassa di un costo difficilmente sopportabile le numerose aziende che esportano la maggioranza dei propri prodotti. Una realtà Svizzera e ticinese fondamentale, oggi sgravata dall’IVA, che si troverebbe confrontata a un nuovo costo che comprometterebbe ogni possibilità di restare competitivi nei mercati internazionali. Il prossimo 8 marzo occorre dire chiaramente NO all’iniziativa popolare «Imposta sull’energia invece dell’IVA».

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