di Franco Cavalli
La situazione in Medio Oriente diventa sempre più incandescente. La tragedia irrisolta del popolo palestinese e gli atti terroristici di ISIS sono le due facce della stessa drammatica medaglia. Il cosiddetto Califfato, che si estende oramai su una buona parte del territorio iracheno e siriano, non è nato dal nulla. A farlo nascere e crescere hanno contribuito da una parte gli aiuti economici forniti dalle monarchie teocratiche e dittatoriali del Golfo, dall’altra 40 anni di politica neocoloniale delle potenze occidentali, che hanno stroncato ogni tentativo di riforme democratiche e soprattutto le scriteriate invasioni dell’Iraq con il loro corollario di all’incirca un milione di morti. È quindi totalmente insensato sperare che la situazione possa ora migliorare grazie ai soli bombardamenti dell’aviazione americana. Chi sul terreno si sta soprattutto opponendo armi alla mano agli scatenati miliziani islamisti sono i combattenti curdi, uomini e donne. Sono stati loro a liberare le migliaia di Yazidi, soprattutto donne e bambini, che per sfuggire alle inaudite violenze delle truppe del Califfato si erano rifugiate sui pendii del Monte Sinjar. Sono loro che oramai da mesi stanno resistendo a Kobane, la grande città curda posta a 5 chilometri dal confine turco, in territorio siriano. In questo territorio della Rojava le forze politiche curde stanno da diverso tempo sviluppando un’esperienze di democrazia partecipativa, che, almeno nei principi, ha parecchio a che vedere con la nostra democrazia diretta. Kobane, città di 200'000 abitanti, è oramai quasi completamente distrutta: i combattenti curdi l’hanno ora in gran parte riconquistata, tanto che alcune delle tantissime famiglie che si erano rifugiate in Turchia stanno cominciando a tornare.
Ma i bisogni umanitari e quelli della ricostruzione sono enormi, anche perché gli scontri armati con gli islamisti di ISIS, che non hanno ancora rinunciato a conquistare questo importante caposaldo, continuano giornalmente. Diverse organizzazioni hanno quindi lanciato in questi giorni un appello per la raccolta di fondi al fine di poter comperare e fornire medicamenti e strumenti sanitari di prima urgenza alla popolazione e ai combattenti di Kobane. Queste organizzazioni ed anche alcuni dei sottoscritti sono in contatto diretto con medici curdi, che fanno la spola tra le zone dei combattimenti, il confine turco e alcuni paesi europei. I sottoscritti medici lanciano quindi un appello alla popolazione ticinese affinché ci aiuti a fornire questi aiuti sanitari assolutamente necessari ed urgenti. Con i colleghi delle altre organizzazioni garantiremo che i fondi raccolti verranno utilizzati solo per questo scopo.
Versamenti possono essere fatti al conto corrente postale dell’Associazione ForumAlternativo: 69-669125-1, con l’indicazione "KOBANÊ" come motivo del versamento.
Primi firmatari:
Cavalli Franco, Ascona
Balestra Brenno, Mendrisio
Barazzoni Fabrizio, Bellinzona
Bardelli Rolando, Balerna
Bernasconi Augusto, Lugano
Carobbio Marina, Lumino
Galli Brenno, Losone
Gallino Augusto, Bellinzona
Ghielmini Michele, Sorengo
Grassi Marco, Locarno
Henzen Max, Bellinzona
Lepori Mattia, Bellinzona
Malacrida Roberto, Bellinzona
Marone Claudio, Bellinzona
Mombelli Giorgio, Locarno
Mona Daniele, Ambrì
Neuenschwander Hans, Lugano
Noseda Giorgio, Morbio Inferiore
Pagani Olivia, Chiasso
Peduzzi Monica, Roveredo
Peter Marco, Locarno
Quadri Franco, Bellinzona
Quadri Pierluigi, Cabbio
Rigotti Renzo, Roveredo
Roggero Enrico, Bellinzona
Romano Gian Antonio, Verscio
Savary Beppe, Russo
Schoenholzer Carlo, Sorengo
Sessa Cristiana, Bellinzona
Staedler Claudio, Lugano
Togni Pier Luigi, Bellinzona
Truniger Clemens, Bellinzona
Zucca Emanuele, Lodrino