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L'OSPITEQuando la politica è peggio di un pappone…

07.01.15 - 06:00
di Michel Venturelli, criminologo
Quando la politica è peggio di un pappone…
di Michel Venturelli, criminologo

Se la città di Lugano farà quel che ha promesso, questo mese comincerà a far chiudere quegli appartamenti che da anni sono utilizzati come luogo di lavoro – e abitazione – dagli operatori e dalle operatrici del sesso che lavorano in città. Diversi affitta-camere – le persone per il tramite delle quali la maggioranza di chi lavora “fra le mura domestiche” si affida per trovare un luogo di lavoro temporaneo – hanno già ricevuto lettere e ingiunzioni di chiusura dell’attività da parte del Municipio.

Poco corretto da parte della città è che tra i destinatari ci siano persone che mesi fa hanno chiesto i cambiamenti di destinazione per gli appartamenti con cui lavorano e hanno lavorato per anni. Pratiche a cui la città non ha neppure risposto per poi imporre dei temini di chiusura difficilmente gestibili.

Anche questa volta l’autorià si mostra poco autorevole e molto autoritaria. Anche questa volta, perché questa storia ne ricorda altre: le macchinette mangia-soldi, i canapai e i bordelli.  Con gli appartamenti a luci rosse è successa la stessa cosa. Prima si è tollerato di tutto e di più e poi più niente, come se questo modo di agire fosse privo di conseguenze per chi in un determinato settore lavora e ha investito e pianificato per anni.

Con la chiusura dei canapai si sono spinti frotte di consumatori, prevalentemente  giovani,  tra le braccia di chi lucrava sul mercato nero (e non) delle sostanze psico-attive. Anche sostanze ben più pericolose della marjiuana come l’alcol e la cocaina prima, e le anfetamine poi. Ragazzini immolati sulla politica del “celodurismo” più becero.

Con la gestione del fenomeno prostituzione lo Stato fa anche peggio. La decisione di Lugano non è che la ciliegina sulla torta dei torti subiti da donne e transessuali, l’anello più debole della catena che compone il mercato del sesso in Ticino.

Prostitute che ancora una volta in poco tempo si vedono ridurre le possibilità di lavoro, da quegli stessi papponi che reclameranno la loro parte in cambio di autorizzazioni per lavorare in posti da cui poi saranno probabilmente espulse… Kafka non avrebbe saputo fare di meglio.

di Michel Venturelli, criminologo

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