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L'OSPITECome la mettiamo con la nostra democrazia?

25.12.14 - 06:00
Flavio Laffranchi, Losone
Ti-Press / Samuel Golay
Come la mettiamo con la nostra democrazia?
Flavio Laffranchi, Losone

L’interpellazione del Consigliere comunale Tiziano Cavalli, é andata decisamente giu’ di traverso al Municipio di Losone. Interpretando le risposte date ad un’eletto rappresentante del popolo, si ha l’impressione che gli autori siano dell’opinione che anche questo diritto civile dovrebbe venire radiato al piu’ presto.

Semplici ma giustificate domande vengono replicate con un’inizio didascalico di quasi due (2) pagine, cosiddette premesse, dove puntando il dito sull’«imputato» tra l’altro si spiega l’irrisoria differenza fra le diverse tipologie di «asilanti». Il tutto accentato con punti esclamativi, eleganti deviazioni dal tema centrale, cercando cosi’ di ridicolizzare chi legalmente si batte per i diritti dei cittadini che rappresenta. Nel sopracitato «avanspettacolo» non manca l’immancabile tirata di orecchie all’opinione pubblica e ad alcuni media cattivi ed il solito elogio a quei quotidiani che scrivono le cose brutte per belle e viceversa.

Quello che il Consigliere Cavalli ha denunciato non é un’alimentazione di fobìe popolari, ma la semplice notifica di situazioni visibili a tutte le persone che a Losone vanno in giro con gli occhi aperti. Questo al contrario di quei cittadini con i pugni in tasca e della Signora vista ieri dal sottoscritto in Via Mezzana, che all’arrivo di un gruppo di asilanti, pardon RA, ha rapidamente cambiato il bordo della strada.

La domanda concernente gli interventi di Polizia all’interno del centro viene laconicamente replicata con «il numero di interventi ufficiali effettuati all’interno del centro da parte della Polizia cantonale non ci sono noti, in quanto concernono unicamente la gestione interna del centro», forse dimenticando che gli stessi individui dopo avere «regolato» il tutto fra di loro, il giorno dopo sono tranquillamente in giro da soli per il paese.

Menzionato viene pure l’esemplare l’impegno dei «numerosi» gruppi di sostegno, che con varie attività «ludiche» intrattengono settimanalmente asilanti e/o RA dimostrando cosi’ una grande solidarietà. Piu’ utili sarebbero invece corsi di civica e buona condotta con lo scopo di fare capire agli RA che in un paese dove alla piu’ disperata si é tollerati, vigono regole che sono da rispettare da tutti. Questa sarebbe la strada da seguire per raggiungere la tanto, dai buonisti predicata assimilazione. Corsi di scacchi e pepa tencia al Centro la Torre non servono né agli RA né a noi!

Indice: RA = denominazione «corretta» per richiedenti l’asilo.

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