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L'OSPITERegolamentazione delle Droghe in Ticino

13.12.14 - 21:28
Edoardo Cappelletti, per il Comitato Giovanile per la Regolamentazione delle Droghe in Ticino
Regolamentazione delle Droghe in Ticino
Edoardo Cappelletti, per il Comitato Giovanile per la Regolamentazione delle Droghe in Ticino

E’ con entusiasmo che il Comitato Giovanile per la Regolamentazione delle Droghe in Ticino accoglie, dopo il buon esito del dibattito sulle droghe leggere avuto luogo in novembre, il successo della conferenza sull’antiproibizionismo tenutasi ieri sera alla Biblioteca Cantonale di Bellinzona. A dimostrazione dell’interesse suscitato attorno alla tematica, la quale, vista la sua importante attualità, diviene sempre più rimessa in discussione, la recettività del pubblico è stata oltremodo significativa: sono quasi un centinaio, di cui numerosi giovani, le persone che hanno infatti partecipato all’evento.

La serata, animata da personalità competenti nel campo che, a seconda dell’esperienza maturata, ne hanno trattato più nello specifico determinati aspetti, è riuscita ad approfondire su più fronti il fenomeno delle sostanze stupefacenti anche alle nostre latitudini. Dopo un’introduzione di Edoardo Cappelletti, sono intervenuti Franco Cavalli, Michel Venturelli e Dick Marty, che hanno così delineato i molteplici limiti di un approccio proibizionista: dalla mancata protezione dei consumatori, agli ingenti costi sociali a carico della collettività, sino all’indiretto foraggiamento della criminalità organizzata. A tale proposito ci teniamo a rivolgere una particolare menzione all’ex procuratore pubblico, che riferendosi al mercato nero quale propulsore per le attività mafiose e di corruzione, ha coraggiosamente dichiarato che ‘’il proibizionismo ha creato il più grosso mostro criminale di tutti i tempi’’.

Ci felicitiamo pertanto della riuscita di questa iniziativa, la quale, nell'ambito della progettualità promossa dal Comitato, ha certamente contribuito a stimolare un dibattito pubblico sull'odierna risposta proibizionista. Cionondimeno, non possiamo che rammaricarci dell'assenza di Fiorenzo Dadò, il quale, tanto avverso alle tesi proibizioniste, quanto a una loro ''unilaterale esposizione in una conferenza pubblica'', non ci ha purtroppo pregiati della sua presenza. A seguito della polemica inscenata, un suo intervento in sala non sarebbe stato che apprezzato: ma si sa, ormai, vociare e boicottare è divenuto più semplice che discutere.

 

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