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L'OSPITEBasta chiacchiere e promesse: è giunta l’ora di ribellarsi!

01.12.14 - 16:13
Elisabetta Gianella – Lega dei Ticinesi
Basta chiacchiere e promesse: è giunta l’ora di ribellarsi!
Elisabetta Gianella – Lega dei Ticinesi

Chi ancora aveva dei dubbi sul fatto che Berna continuasse a prendere per i fondelli il Ticino e i ticinesi è stato ancora una volta servito. E con gli interessi. Meno incassi e più spese: è questo il “regalo” che il Consiglio federale ha deciso di fare al nostro Cantone.

La favola che a Berna siamo finalmente considerati e si sta lavorando per applicare la volontà popolare, ripetuta come un mantra dal 9 febbraio ad oggi, e in particolare nelle ultime settimane, è stata clamorosamente smentita. Anziché recepire il grido di disperazione dei ticinesi e intervenire finalmente e concretamente sulle emergenze del frontalierato e della libera circolazione, il Consiglio federale ha deciso invece di aiutare i frontalieri, penalizzando gravemente il Ticino con conseguenze disastrose ancora difficili da quantificare. Traducendo in fretta e furia la solita sentenza filoeuropeista del Tribunale federale il Governo ha presentato un messaggio che prevede la possibilità per i frontalieri di scegliere se assoggettarsi all’imposta alla fonte, come accade oggi, oppure se scegliere la tassazione ordinaria: quella che viene applicata a noi insomma. Tra le altre cose significa che i frontalieri potranno per esempio dedurre dalle imposte anche le spese per il tragitto casa-lavoro e gli interessi passivi dell’ipoteca per la loro casa in Italia. Praticamente è come vincere al lotto, anzi meglio. Perché i frontalieri potranno decidere a dipendenza della loro situazione quale tassazione scegliere. Siamo arrivati ad offrire le tasse à la carte.

Secondo le prime stime ben 34 mila persone in Ticino potrebbero ricorrere a questa opzione messa su un vassoio d’argento dal Consiglio federale. Secondo il Consiglio di Stato questa decisione provocherà un calo del gettito fiscale “presumibilmente molto significativo”. E già solo questo basterebbe per gridare allo scandalo. Ma c’è di più. Per sostenere questa “riforma fiscale” si stima che in Ticino bisognerà assumere 1250 persone per una spesa di 1 milione e 250 mila franchi. Oltre al danno la beffa. Anzi, una colossale presa in giro. L’unica speranza a questo punto è che il Parlamento rispedisca al mittente questa follia e prosegua sulla giusta via imboccata con il sostegno al postulato di Lorenzo Quadri che chiede di tassare i frontalieri secondo le aliquote italiane. Vi è anche da augurarsi che il Consiglio di Stato e la nostra Deputazione a Berna reagiscano con la dovuta fermezza e determinazione: il tempo degli incontri, delle chiacchiere e delle promesse è finito. È tempo di ribellarsi senza più guardare in faccia a nessuno!

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