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L'OSPITELettera aperta a Zali dall'estrema periferia

21.11.14 - 13:55
Caterina Scotti, Presidente sezione PLR Monteggio
Foto Ti-Press
Lettera aperta a Zali dall'estrema periferia
Caterina Scotti, Presidente sezione PLR Monteggio

“Strada statale 61, rischia di restare chiusa a lungo. I sindaci dei comuni italiani chiedono di avviare un dialogo con il Canton Ticino per consentire al trasporto pubblico italiano di passare dal territorio elvetico”.

Questo si leggeva l’altro ieri sui media online. Molti ticinesi si chiederanno dove si trova questa strada. Gli abitanti dei comuni che si affacciano sulla valle del fiume Tresa, conoscono perfettamente questa strada che collega Luino a Ponte Tresa. E la conoscono soprattutto perché, a causa della sua chiusura, la situazione, di per se già insostenibile per ovvi motivi, peggiorerà ulteriormente.

Da notare che la strada in questione è chiusa da un paio di settimane e le ripercussioni sulle nostre strade si fanno già sentire. Mi permetto quindi di inviare alcune osservazioni al nostro Responsabile del Territorio.

La collaborazione transfontaliera tra Svizzera e Italia, mi da l’impressione di essere a senso unico, e non solo su argomenti micro, come potrebbe esserlo l’oggetto di questa lettera. Ma e soprattutto su argomenti macro: la black list, gli accordi sui ristorni dei frontalieri, i richiedenti l’asilo provenienti dalla penisola, ecc. La nostra apertura e disponibilità verso i cugini d’oltre frontiera non sta portando i frutti sperati. Vorrei evitare demagogie e populismi, ma il mormorio di protesta si sta trasformando in un urlo che ha come obiettivo, per il momento, gli oltre 60'000 frontalieri che quotidianamente varcano i nostri confini.

Ragionevolmente, la richiesta che arriverà dalle autorità italiane, dovrebbe essere accolta. I comuni toccati dovrebbero però essere maggiormente coinvolti e, cosa ancora più importante, la nostra disponibilità dovrebbe essere messa sul tavolo come “merce di scambio” quando si tratterà di discutere di argomenti non meno importanti, come ad esempio i park & ride sul territorio italiano, il car pooling, ecc..

Per terminare una riflessione personale. Quando guardo verso la montagna qualche timore mi assale. Dovesse cedere non oso immaginare le conseguenze, soprattutto sul versante svizzero. Anche di questo si dovrà discutere con le autorità italiane e ritengo si debba farlo quanto prima per la sicurezza di tutti noi che ci affacciamo su questo strano fiume chiamato Tresa.

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