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L'OSPITEAbolizione della tassazione forfettaria: abbiamo solo da perderci!

14.11.14 - 07:58
Fabio Regazzi, consigliere nazionale PPD
Abolizione della tassazione forfettaria: abbiamo solo da perderci!
Fabio Regazzi, consigliere nazionale PPD

Il prossimo 30 novembre i cittadini svizzeri saranno nuovamente chiamati alle urne per esprimersi su delle iniziative popolari, in particolare “Ecopop” e a “Basta ai privilegi fiscali dei milionari”, che minano la stabilità del nostro Paese e dunque della sua crescita.

Questa volta i promotori dell’iniziativa vogliono abolire l’imposizione forfettaria per i facoltosi stranieri che risiedono nel nostro Paese demonizzandoli, ossia facendo della loro ricchezza un privilegio ingiusto, addirittura una colpa e insinuando che questi ultimi sono favoriti rispetto ai contribuenti svizzeri. È innanzitutto necessario smentire questa falsa tesi: gli svizzeri facoltosi non sono svantaggiati dal nostro sistema di imposizione rispetto ai loro corrispettivi stranieri. Infatti i presupposti sono diversi: i facoltosi stranieri risiedono in Svizzera dove però non esercitano nessuna attività lucrativa e vengono quindi unicamente tassati in ragione del loro dispendio in loco. Per inciso, la soglia minima per godere di questa forma di imposizione è stata ulteriormente aumentata e portata a 400'000 franchi nel 2012 dal Parlamento.

Secondariamente bisogna ricordarsi che nelle decisioni di interesse pubblico è bene restare pragmatici e scegliere ciò che è meglio per il Paese e per la totalità dei suoi cittadini. Per poter creare un benessere generalizzato e dunque per non lasciare che si creino divari enormi tra i diversi cittadini, come spesso accade altrove, lo Stato deve poter contare su entrate adeguate che percepisce in gran parte attraverso le imposte. In un contesto internazionale sempre più difficile e in un momento in cui la spesa pubblica continua ad aumentare, rinunciare a delle entrate stimate annualmente a oltre 1 miliardo di franchi (senza parlare dell’indotto economico originato da questi contribuenti) è un vero e proprio autogoal. Infatti, si andrebbe a creare un ammanco che dovrebbe venir compensato dalle famiglie e dalle piccole e medie imprese che sono già sufficientemente tartassate. Oltretutto, grazie alla presenza di queste persone si garantiscono all’incirca 22'000 posti di lavoro in tutta la Svizzera e si favoriscono le casse pubbliche di quei cantoni di montagna o periferici che già faticano a far quadrare i bilanci. Tra questi vi è il Ticino, in cui nel 2012 i circa 900 facoltosi stranieri hanno versato alle casse cantonali 29 milioni di franchi in imposte e 23 in quelle dei comuni. I benefici generati dalla loro presenza sono ancora più lampanti se si pensa che il finanziamento del trasporto pubblico regionale ammonta a circa 50 milioni e che gli stipendi del corpo di polizia cantonale totalizzano all’incirca anche questa cifra.

Alla luce di queste cifre sorge spontanea la seguente domanda: come neutralizzerà il nostro Cantone, per altro già confrontato con un deficit corrente di centinaia di milioni di franchi, le pesanti perdite fiscali che inevitabilmente si verificheranno qualora l’iniziativa dovesse essere accolta? La risposta è scontata: aumentando le imposte ordinarie e tasse varie a carico dei domiciliati! Anche perché ricordiamoci che in molti altri Paesi, limitrofi e non, un sistema di imposizione simile è già in vigore, e quest’ultimi non aspettano altro che un “sì” all’iniziativa da parte degli svizzeri per attirare da loro gli importanti patrimoni dei facoltosi stranieri.

Non facciamoci dunque male da soli per cui vi invito a respingere l’iniziativa popolare “Basta ai privilegi fiscali dei milionari”.

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