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Veil Of Light, fotogrammi di vita tra synth-wave, post-punk e industrial

SVIZZERA/CANTONEVeil Of Light, fotogrammi di vita tra synth-wave, post-punk e industrial

23.10.17 - 06:00
In attesa del live in programma sabato 28 ottobre (ore 22) tra le mura del Folk Bar di Bellinzona, Michael Hofstetter (voce, synth, chitarre) racconta la genesi del progetto Veil Of Light
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Michael Hofstetter (a destra) e Markus Weber.
Michael Hofstetter (a destra) e Markus Weber.
Veil Of Light, fotogrammi di vita tra synth-wave, post-punk e industrial
In attesa del live in programma sabato 28 ottobre (ore 22) tra le mura del Folk Bar di Bellinzona, Michael Hofstetter (voce, synth, chitarre) racconta la genesi del progetto Veil Of Light

ZURIGO/BELLINZONA - Un progetto synth-wave/post-punk oriented, di base a Zurigo, su cui Hofstetter ha iniziato a lavorare nel 2013 con l’apporto di Markus Weber (synth, chitarre), parallelamente alla militanza di entrambi negli Arka Div, band zurighese, d’indirizzo new wave, attiva fino al 2015.

Michael, cosa vuoi dirmi dei primi brani del progetto, ossia dei brani confluiti nel singolo “Cold Skin”/“Treasure” (Edition Gris, 2013), così come nell’ep (Beläten, 2013) e nell’album (Beläten, 2014) omonimi?

«Inizialmente, mi sono mosso in ambientazioni prevalentemente new wave, post-punk e goth rock. I testi recuperano fotogrammi di vita: narrano le difficoltà con cui ogni essere umano si confronta e si scontra ogni giorno».

“Ursprung” (“Origine”) è il secondo album di Veil Of Light: vuoi analizzare il titolo?

«Il titolo si riferisce all’origine del mondo, della vita, dell’umanità, all’origine della socializzazione tra esseri umani…».

Da quanto mi sembra di capire il tema della socializzazione ha permeato le prime produzioni: in qualche modo ritorna anche nel nuovo album, il terzo, “Front Teeth” (“Denti anteriori”), pubblicato (Avant!) il 4 maggio scorso?

«Sì, certo…».

Fammi capire il senso del titolo…

«I denti anteriori sono una delle prime parti del corpo che vedi, che inevitabilmente osservi, quando entri in contatto per la prima volta con qualcuno… È in quegli istanti che incominciano a svilupparsi le prime impressioni...».

Quando hai iniziato a lavorare a questo disco?

«Nella primavera 2016…».

Dove si sono svolte le registrazioni?

«Nel mio home studio qui a Zurigo».

Rispetto ai primi due dischi, ho l’impressione che in “Front Teeth” le risonanze electro siano più nitide...

«È così… La struttura dell’intero album è prettamente electro... Cercavo un suono più aggressivo, più industrial…».

Cosa hai ascoltato durante il processo di lavorazione?

«EBM e industrial…».

Vuoi fare qualche nome?

«I Ministry, i primi Ministry...».

Quali le maggiori influenze confluite nel primo album, invece?

«In questo caso citerei i Cocteau Twins…».

E nel secondo?

«Credo si ritrovino esattamente a metà... A metà del percorso sonoro fatto finora…».

 

 

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