Cerca e trova immobili

SVIZZERAViaggio (sonoro) in un altro universo

29.05.17 - 06:00
Nicolas Scaringella racconta la genesi di “Outsiders”, il nuovo album del progetto Adieu Gary Cooper
FOTO LAURE ANNE COSSU
Da sinistra Nicolas Scaringella, Perrine Berger, Paul Becquelin.
Da sinistra Nicolas Scaringella, Perrine Berger, Paul Becquelin.
Viaggio (sonoro) in un altro universo
Nicolas Scaringella racconta la genesi di “Outsiders”, il nuovo album del progetto Adieu Gary Cooper

GINEVRA - Un progetto, Adieu Gary Cooper, nato qualche anno fa dalle ceneri di Perrine et Les Garçons, per mano dello stesso Scaringella (voce, synth), Perrine Berger (chitarra) e Paul Becquelin (chitarra). «Alla base del nostro nome - mi spiega Nicolas nel corso di una lunga telefonata - c’è il romanzo, omonimo (Gallimard, 1969), di Romain Gary: il testo narra di Lenny, un ragazzo americano in fuga dal suo Paese e dalla guerra in Vietnam... Una fuga, la sua, che lo porta a nascondersi qui, qui in Svizzera...  È un addio all’America, il suo. Il nostro, invece, con la scelta di scrivere versi e strofe in francese, è un addio, direi, linguistico: un addio all’inglese...».

Dopo la sperimentazione - puramente garage rock - nell’autoproduzione omonima (2011) di Perrine et Les Garçons, il combo muta, evolve, dando alle stampe l’album di esordio di Adieu Gary Cooper, “Bleu Bizzarre” (Moi J’connais Records, 2014): la ricerca vira, cambia rotta e recupera influenze in equilibrio tra folk e psichedelia. A tre anni di distanza e dopo un tour in Cina - documentato all’interno di “Souvenirs de Chine” (Cheptel Reocords, 2016) -, con “Outsiders” (Cheptel Records, 12 maggio 2017) il trio analizza, ancora una volta, altre sonorità, più artificiali, new wave oriented: sonorità servite a costruire dieci tracce ammalianti, scritte «in opposizione alle canzoni d’amore».

Nicolas, vuoi approfondire?

«“Outsiders” è un titolo già di per sé piuttosto “trasparente”. Non si tratta di un concept album, questo no, ma il disco ruota attorno a un tema ben preciso: riflessioni e considerazioni narrano la società del nostro tempo, una società implacabile… All’interno delle canzoni, le difficoltà, le battaglie che ti ritrovi a combattere ogni giorno, senza sosta, nel mezzo di un’indifferenza globale, lavori precari e disoccupazione… Il mondo è cambiato… E noi viviamo nel nostro...».

Una ricerca sonora continua, la vostra… Vuoi entrare nel dettaglio delle influenze musicali confluite in questo disco?

«Le collocherei nei Neu!, Yo La Tengo, Spacemen 3 e Springsteen».

E nella produzione precedente?

«Per “Bleu Bizarre” direi Bob Dylan, i Grateful Dead».

Per il disco di Perrine et Les Garçons, invece?

«Kinks, Pretty Things, Black Lips, Black Keys…».

Raccontami le registrazioni di “Outsiders”...

«Rispetto a “Bleu Bizzarre” ci siamo presi più tempo: le sessioni questa volta ci hanno tenuto impegnati sei mesi, da maggio a ottobre 2016. A curarle, nel suo studio a Ginevra, Thierry Van Osselt. Il missaggio è di Yvan Bing, mentre il mastering è stato affidato a Lad Agabekov».

Quando il prossimo concerto nella Svizzera italiana?

«Una data in programma c’è, verso fine anno… Aggiorneremo il nostro portale non appena riceveremo conferma...».

 

 

 

Entra nel canale WhatsApp di Ticinonline.
NOTIZIE PIÙ LETTE