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SVEZIAMando Diao: l'inizio di una nuova era

22.05.17 - 06:00
Björn Dixgard (voce, chitarra) narra la genesi di “Good Times” (Bmg), il nuovo album dei Mando Diao dato alle stampe il 12 maggio
Mando Diao: l'inizio di una nuova era
Björn Dixgard (voce, chitarra) narra la genesi di “Good Times” (Bmg), il nuovo album dei Mando Diao dato alle stampe il 12 maggio

STOCCOLMA - “Good Times” è il settimo disco del combo svedese, così come il primo dopo la “diserzione”, avvenuta nel 2015, del vocalist Gustaf Norén. Un fattore, quest'ultimo, che il più delle volte porta i gruppi al cedimento, alla dissoluzione. Oppure occorre intervenire, mettersi alla guida, e ripartire. Senza timore. A due anni dalla defezione di Norén, Dixgard è rientrato in studio - con Daniel Haghlund (tastiere), Carl-Johan Fogelklou (basso), Patrick Heikinpieti (batteria) e Jens Siverstedt (chitarra) - dando «il via a una nuova era, a una seconda vita».

Il nuovo album pare prenda volutamente le distanze dalle sonorità artificiali di “Aelita” (Bmg, 2014), il disco precedente, recuperando linfa in territori dream pop oriented, per poi spostarsi ai margini della soul-dance di fine Settanta. Il combo ha messo a punto dodici tracce di ottima fattura, alimentate - a dispetto di chi, dopo la rinuncia di Norén, dava il gruppo per spacciato - da un’identità ben precisa…

Björn, è inevitabile chiederti il motivo per cui Gustaf ha lasciato la band…

«Credo volesse lavorare ad altre cose, anche se immagino che i motivi siano diversi… A dire il vero, non sono ancora riuscito a capire pienamente la sua scelta… Te lo dico sinceramente…».

“Good Times” è un nuovo inizio…

«Già, è così… E per la prima volta ognuno di noi ha preso parte alla stesura delle canzoni... Per i dischi precedenti non era mai capitato…».

Da qui immagino anche la scelta di non affidarvi a un produttore...

«Coinvolgendo qualcuno, “Good Times” avrebbe subito influenze esterne… E non volevamo che capitasse… Il disco è nostro, sotto ogni aspetto…».

Come ha incominciato a prendere forma?

«Abbiamo iniziato a scrivere le nuove canzoni nella primavera 2015, senza nessuna urgenza. A un certo punto ci siamo ritrovati con quaranta demo, e da quegli istanti è partita la selezione…».

Raccontami le sessioni di registrazione…

«Ci siamo isolati da tutto, soggiornando per quattro settimane tra le mura del Silence, uno studio allestito nel 1978 a Koppom, una piccolissima località della campagna svedese a pochi chilometri dal confine con la Norvegia…».

Cosa avete ascoltato durante il processo di lavorazione?

«Ascoltiamo musica in continuazione… È difficile darti una risposta...».

Allora dimmi, qual è l’ultimo album che hai comprato?

«Il secondo disco degli Alabama Shakes, “Sound & Color” (Ato Records, 2015): è un’ottima produzione…».

 

 

 

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