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SVIZZERALast Moan: viaggio nel polveroso universo del blues e del rock'n'roll

27.02.17 - 06:00
Igor Metrailler narra la genesi di “Zig Zag Dream” (Cold Smoke Records/Irascible), il primo album dei Last Moan in uscita venerdì 3 marzo
Last Moan: viaggio nel polveroso universo del blues e del rock'n'roll
Igor Metrailler narra la genesi di “Zig Zag Dream” (Cold Smoke Records/Irascible), il primo album dei Last Moan in uscita venerdì 3 marzo

SION (VS) - L’embrione del duo ha incominciato a prendere forma sul finire del 2012, nel momento in cui Igor Metrailler (voce, chitarra, synth) e Gäetan Nicolas (batteria) si ritrovano seduti al tavolo di un bar, uno di fronte all’altro: «Fino a poche settimane prima frequentavamo la stessa scuola, ma solo in quegli istanti, davanti a un drink, ci rendemmo conto che i nostri ascolti vertevano nella medesima direzione… - mi spiega Igor - Ciò che voglio dire è che il blues e il rock’n’roll erano - e sono tuttora, direi - i nostri principali veicoli nutrizionali...».

A poco più di due anni da quell’incontro, all’inizio del 2015, viene alla luce la prima (auto)produzione, un ep, omonimo. Un ep di quattro tracce, da cui deborda, inarrestabile, l’essenza di quanto Igor e Gäetan hanno ingurgitato, giorno dopo giorno, nel corso di un’intera, e devota, esistenza.

E ora, dopo una lunga gestazione, il combo si appresta a dare alla luce “Zig Zag Dream”, un album indotto dalla medesima devozione: undici tracce ammalianti - tra le quali figura una straripante versione di “Spoonful”, messa a punto da Willie Dixon e incisa nel 1960 da Howlin’ Wolf -, in cui i due tornano a elaborare l’amalgama sonoro che nel tempo si sono cuciti addosso, quanto una seconda pelle.

Igor, perché The Last Moan (l’ultimo gemito, ndr)?

«Alla base della scelta c’è la doppia chiave di lettura, così come un pezzo di Son House, “Leeve Camp Moan”...».

Raccontami il processo di lavorazione di “Zig Zag Dream”...

«Il concepimento di una parte delle canzoni risale al periodo in cui abbiamo messo a punto l’ep, mentre le altre hanno preso forma nel corso dei mesi successivi…».

Cosa vuoi dirmi delle registrazioni?

«A fine 2015 siamo tornati a Friburgo, “soggiornando” una settimana tra le mura de La Fonderie di Sacha Ruffieux, con cui avevamo già registrato le quattro canzoni contenute nell’ep. Volevamo che dai microsolchi traboccasse l’energia dei live e, di conseguenza, le incisioni delle basi - chitarra e batteria - sono state effettuate in presa diretta… Abbiamo affidato il missaggio a Dave Hofmann, mentre alla masterizzazione ha lavorato Frank Niklaus (Soma Studios, Zofingen)».

Perché la scelta di “Spoonful”?

«Perché senza Howlin’ Wolf non avrei scoperto questo meraviglioso mondo…».

Il titolo del disco, “Zig Zag Dream”, mi porta a Captain Beefheart…

«È un omaggio alla sua “Zig Zag Wanderer”...».

Quali gli altri tuoi ascolti?

«Sono infiniti, ma in particolare citerei Jack White… Con ogni suo progetto…».

Il disco verrà pubblicato in quali formati?

«In vinile e in digitale».

 

 

 

 

 

 

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