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REGNO UNITOWhite Lies: viaggio nella vita, nei cambiamenti

26.09.16 - 06:00
Charles Cave (basso, voce) narra la genesi di “Friends” (Bmg/Musikvertrieb), il quarto album della sua band, i White Lies, in uscita il prossimo 7 ottobre
White Lies: viaggio nella vita, nei cambiamenti
Charles Cave (basso, voce) narra la genesi di “Friends” (Bmg/Musikvertrieb), il quarto album della sua band, i White Lies, in uscita il prossimo 7 ottobre

LONDRA - «“Friends” è la prosecuzione di “Big TV” (Fiction Records, 2013)», mi spiega Cave, che condivide la line-up del combo con Harry McVeigh (voce, chitarra) e Jack Lawrence-Brown (batteria). «Ho l’impressione che a fare da ponte, da conduttore, tra i due dischi, sia una traccia in particolare, la quarta di “Big TV”, “First Time Caller”». «Non era nei nostri piani, questo no, ma a poco a poco che i testi prendevano forma abbiamo notato una sorta di continuità narrativa, così come accade nella vita, nell’esistenza, di ogni essere umano: i versi, le strofe, raccontano di relazioni, di rapporti, e del loro sviluppo, del loro sviluppo nel tempo, costruito, spesso, da decisioni importanti. Abbiamo guardato dentro di noi, osservando però da vicino, da molto vicino, anche la vita degli altri...».

Dieci composizioni, in cui nitide risonanze new wave tornano a tracciare la struttura di un altro album ammaliante, questa volta recuperando - a tratti - anche tasselli, ritmici perlopiù, disco oriented.

Charles, quando, esattamente, i nuovi brani hanno preso forma?

«Tra gennaio e dicembre 2015».

Raccontami le registrazioni…

«Abbiamo avuto l’opportunità di incidere il disco lo scorso mese di gennaio nello studio di Bryan Ferry, l’Olympia di Londra. Nessuno, fino a oggi, che io sappia, ha avuto questa fortuna…».

Fammi capire: siete stati i primi a varcare la soglia dell’Olympia?

«Sì. Ed è potuto accadere grazie a Tara, uno dei figli di Bryan, che conosciamo da qualche tempo...».

Immagino abbiate avuto modo di incontrare Ferry...

«Sì, certo, in diverse occasioni, anche perché ha un ufficio nello stesso edificio, così come un immenso archivio sonoro...».

Non gli avete chiesto di partecipare alle session?

«Era nei nostri piani, ma avevamo anche l’impressione di chiedere troppo… Di conseguenza, alla fine, abbiamo preferito evitare... (ride)».

Quali i tuoi ascolti nel corso del concepimento e delle registrazioni di “Friends”?

«Jim Ford, Steely Dan, Picchio Dal Pozzo…».

Quali gli ascolti, invece, durante il concepimento del primo disco, “To Loose My Life…” (Fiction Records, 2009)?

«Arcade Fire e Interpol».

Come ricordi le prime prove dei White Lies? Quali le cover?

«Una, in particolare, era “Psycho Killer” dei Talking Heads che, talvolta, figura tuttora all’interno della nostra setlist…».

 

 

 

 

 

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