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STATI UNITIBomp! Viaggio nell’archivio sonoro

24.11.15 - 06:00
Incontro a 33 giri con Suzy Shaw, colei che nel 1974 – insieme all’ex marito, e deus ex machina, Greg Shaw – diede vita alla Bomp! Records
New York 1976: Greg e Suzy Shaw tra le mura del CBGB’s
Bomp! Viaggio nell’archivio sonoro
Incontro a 33 giri con Suzy Shaw, colei che nel 1974 – insieme all’ex marito, e deus ex machina, Greg Shaw – diede vita alla Bomp! Records

LOS ANGELES - Se Greg Shaw – vorace cultore musicale, giornalista, scrittore e produttore discografico – quarantuno anni fa non avesse dato avvio alla sua label (e alle varie sublabel Voxx, Invasion, AIP...), presumibilmente, formazioni come Black Keys e Black Lips, ad esempio, non sarebbero mai esistite. Anche Iggy Pop, dopo la deflagrazione degli Stooges, con ogni probabilità, avrebbe ricevuto soltanto porte in faccia se Shaw non fosse stato il primo ad aprirgliene una...
La passione per la musica, la dedizione, la venerazione, oserei dire, portarono Shaw ad addentrarsi nel punk degli albori (Dead Boys, Germs…), e all’interno di ogni suo sottogenere, che tra la metà e la fine dei Settanta - marcio, distorto e beffardo - arrivò a scuotere il mondo, la società perbenista, conservatrice. Schernendola, deridendola, ancora una volta, dopo il rock’n’roll.

Ma il garage rock più oscuro - messo a punto da formazioni che nel corso dei Sessanta pubblicarono soltanto un singolo o due – per Greg Shaw e la sua giovane sposa andava (ri)scoperto. E fu grazie al suo, al loro, imprescindibile contributo che il primo garage revival, sul finire dei Settanta, incominciò a prendere forma: gruppi come Miracle Workers, Crawdaddys, Pandoras - che all’epoca emettevano i primi vagiti - Greg, senza batter ciglio, li portò per la prima volta in studio di registrazione, trasformando successivamente quei nastri, quei demo, in autentiche pietre miliari del genere.
Greg lavorò con immutata dedizione alla sua creatura, la Bomp! Records, esattamente per tre decenni, pubblicando punk, new wave, garage rock, power pop e neopsichedelia: morì il 19 ottobre 2004, a soli 55 anni, stroncato da un infarto.

Suzy, raccontami l’inizio di tutto quanto…

Incontrai Greg nel 1966 a San Francisco, nei pressi di Haight-Ashbury. Aveva sottobraccio Mojo Navigator – Rock and Roll News, la prima fanzine a cui diede vita… Ricordo che pensai: “Questo tipo assomiglia a Michael Clarke dei Byrds!”. Così gli chiesi di ospitarmi… Io ero appena fuggita di casa e non sapevo dove andare… Non esitò nemmeno un istante, forse perché ero molto carina… (ride). Da quegli istanti incominciammo a lavorare insieme alla fanzine… L’idea della label, in ogni caso, era già nell’aria, ma riuscimmo a concretizzarla soltanto otto anni dopo…

Fu difficile avviare l’etichetta?

Moltissimo… Calcola che eravamo due ragazzini senza un penny… Ma non ci ha fermato nulla… A motivarci fu l’inalterata passione per la musica… Perciò sudore, sangue e lacrime erano all’ordine del giorno…

Quale fu la prima pubblicazione?

Un 45 giri dei Flamin’ Groovies, “You Tore Me Down”/“Him Or Me”.

Dopo la fine degli Stooges, per Iggy Pop non fu facile riorientarsi nel mondo discografico. “Kill City” (album a carico di Iggy Pop e James Williamson, ndr), nel 1977, venne dato alla luce dalla Bomp! dopo essere stato più volte rifiutato dalle major… Come andò esattamente?

Un giorno James Williamson entrò in negozio, parlò a lungo con Greg e, alla fine, finalizzarono l’accordo per la pubblicazione… La relazione tra me e Greg era già finita, ma eravamo rimasti soci in affari… Qualche tempo dopo incominciai a uscire con James… (ride)

Greg quando si accorse che il garage rock avrebbe potuto vivere una seconda esistenza?

Credo già nel 1974…

Dopo Mojo Navigator, e prima dell’etichetta, fu il momento di Bomp! Magazine, una rivista a cui collaborò anche Lester Bangs… Come lo ricordi?

Era un ragazzo intelligente e simpatico. Soggiornò per qualche tempo a casa nostra… Anche con lui ebbi una storia… Niente di serio, ma mi piaceva molto… (ride)

Greg, in primis, fu un cultore musicale… Riusciresti a quantificare la sua collezione di dischi?

Iniziò a comprare dischi a dodici anni... Direi attorno ai duecentomila…

Come descriveresti la sua passione per la musica?

Era la sua vita. Non gli interessava nient’altro.
Dopo la sua morte, come è proseguita, e come prosegue tuttora, l’attività dell’etichetta?

La Bomp, come label, non recluta più nessuno. Ristampiamo regolarmente l’immenso catalogo creato da Greg. Ad essere attiva in questi termini è l’Alive Records, su cui si focalizza Patrick Boisset: l’attitudine - rock’n’roll oriented – è rimasta inalterata. Greg, sono sicura, ne sarebbe fiero.

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