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Paul Young apre l’archivio sonoro

REGNO UNITOPaul Young apre l’archivio sonoro

06.10.15 - 06:00
In occasione della pubblicazione del box antologico “Tomb Of Memories” (Sony, 21 agosto 2015) il cantante si racconta…
Foto Simon Fowler
Paul Young apre l’archivio sonoro
In occasione della pubblicazione del box antologico “Tomb Of Memories” (Sony, 21 agosto 2015) il cantante si racconta…

LONDRA - Quattro cd, sessantasei tracce, che coprono i dodici anni (1982-1994) in cui il cantante britannico ha fatto parte della grande scuderia Cbs. Immancabili gli inediti - tre in tutto (“Find One Voice”, “Coralie”, “Souls Unknown”) - e nove “alternate mix” rimasti a “decantare” negli immensi archivi sonori della label fino ai nostri giorni.

Paul, so che hai lavorato personalmente all’antologia…

Sì, ma soltanto in seconda battuta. Buona parte della selezione era già stata messa a punto da Paul Sinclair che, come in “Remixes and Rarities” (Cherry Pop, 2013), non gli è sfuggito nulla…

Veniamo a “No Parlez” (1983), il tuo primo disco pubblicato per la Cbs: contiene una delle tue più grandi hit, “Love Of The Common People”. Quando hai avuto modo di ascoltare per la prima volta la versione originale di Nicky Thomas (1970, ndr)?

Eravamo già alle prese con le sessioni di registrazione del disco, ma avevo l’impressione che mancasse qualcosa. Una sera, in auto, mentre mi recavo a casa dei miei, sentii per caso quella canzone alla radio…

In “No Parlez” figura anche una cover di Marvin Gaye, “Wherever I Lay My Hat”… Dimmi se sbaglio, ma immagino che Gaye abbia esercitato una grossa influenza su di te…

Devo confessarti che incominciai a scoprirlo un po’ meglio proprio in quel periodo… Il mio punto di riferimento assoluto era, ed è tuttora, Levi Stubbs dei Four Tops… Oltre a Stubbs, in questi termini, comunque, potrei citare anche Sam Cooke e Otis Redding.

In “No Parlez” troviamo reggae (“Love Of The Common People”), r&b (“Wherever I Lay My Hat”), ma anche risonanze new wave grazie alla tua interpretazione di “Love Will Tear Us Apart” dei Joy Division (che però non figura nel box, ndr). Una scelta singolare per un artista orientato alla black music…

Ci serviva una canzone nutrita da una struttura più moderna. Quindi, anche su suggerimento di Laurie Latham, il produttore, optai per quel brano, rileggendolo in chiave r&b. Ho sempre amato quel testo.

Come ricordi invece il periodo legato a “The Secret Association” (Cbs, 1985)?

Devo dire che con “No Parlez” il successo arrivò come un fulmine a ciel sereno e le numerose date del tour mi causarono un problema alle corde vocali. Dovetti fermarmi per qualche tempo… Quando le cose incominciarono ad andare un po’ meglio, iniziai a lavorare a questo secondo disco che, nonostante tutto, credo raccolga una delle mie migliori performance: “Everytime You Go Away”.

E di “Between Two Fires” (Cbs, 1986)?

Volevo un album ancora più eclettico, nutrito da stili differenti, che nel contempo andasse ancora più a fondo nelle emozioni, malgrado l’etichetta non fosse completamente entusiasta dell’idea…

Cosa mi dici della collaborazione con David Gilmour, Steve Winwood e Stevie Wonder in “Other Voices” (Cbs, 1990)?

Che non dimenticherò mai quegli istanti!

Pensi che un giorno rivedremo una reunion dei Q-Tips?

Ci ritrovammo nel 1993, a dieci anni dallo scioglimento. Ci divertimmo molto, ma ora come ora la vedo molto dura, è passato davvero troppo tempo…

Stai lavorando a un nuovo album?

Recentemente ho registrato alcune cover e prossimamente mi focalizzerò su del nuovo materiale... Ti aggiornerò sugli sviluppi… (ride)

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