BEST OF“MG”, visionario e avveniristico

LONDRA/SANTA BARBARA (CALIFORNIA) - Un progetto interamente strumentale – missato da Q (alias Timothy Wiles/Überzone) – in cui sono confluite sedici tracce, sedici composizioni ammalianti, messe a punto all’interno di un limbo inviolato e inviolabile, rivestito, prevalentemente, di sonorità artificiali, generate da macchine, synth pop oriented: "È la trama di un film… Di un film dal forte impatto emotivo, di un film enigmatico, che ognuno di noi può immaginare come meglio crede…", mi spiega Gore nel corso di una lunga interurbana. "Mi sono soffermato in territori electro con l’intento di trainare l’immaginazione, o l’illusione, dell’essere umano in uno scenario fantascientifico, avveniristico…".

"Le composizioni hanno incominciato a prendere forma nel 2013, sul finire dell’ultimo tour dei Depeche Mode… In viaggio, da una città all’altra, a poco a poco, l’embrione del progetto ha assunto una struttura sempre più definita…", continua. "Nel contempo, ho voluto recuperare anche alcuni brani venuti alla luce qualche tempo prima, destinati, inizialmente, all’edizione deluxe di “Delta Machine” (Columbia/Mute, 2013)…".

Martin, di quali tracce stiamo parlando?

"In particolare di “Elk”, di “Brink” e di “Featherlight”…"

Quali le differenze nel caso fossero confluite tra i solchi di “Delta Machine”?

"Nessuna direi, avrebbero mantenuto la medesima struttura, interamente strumentale…"

Cosa hai ascoltato nel corso del processo di lavorazione dell’album?

"“Faith In Strangers” (Modern Love, 2014) di Andy Stott, a cui, tra l’altro, affiderò il remix di “Europa Hymn”, la sesta traccia di “MG”…"

Quali i programmi dei Depeche Mode?

"Tra qualche tempo riprenderemo a comporre e, a un certo punto, immagino che rientreremo anche in studio di registrazione…"

Quando è prevista la realizzazione del nuovo disco?

"Non c’è ancora nulla di definito… Dobbiamo vederci e parlarne…"

Infos: martingore.com