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Sonorità proto-punk da Friburgo

BEST OFSonorità proto-punk da Friburgo

07.04.15 - 06:00
Lionel Gaillard (chitarra, voce) narra la genesi di Pool Party, il secondo album del progetto Monoski, duo che condivide con sua moglie, Floriane Gasser (batteria)
FONTE FOTO MEHDI BENKLER
Sonorità proto-punk da Friburgo
Lionel Gaillard (chitarra, voce) narra la genesi di Pool Party, il secondo album del progetto Monoski, duo che condivide con sua moglie, Floriane Gasser (batteria)

FRIBURGO - “Nel 2007 io e Floriane decidemmo di trasferirci a New York, dove ci fermammo fino al 2009… Nel corso di quel periodo, l’embrione del combo incominciò a prendere forma…”, mi spiega. “Inizialmente eravamo in tre, ma le cose non funzionavano… Di conseguenza, sul finire del nostro soggiorno a quelle latitudini, la line-up si ridimensionò soltanto a noi due…”. “Poi, il primo show, e, successivamente, muniti delle prime composizioni, rientrammo in Svizzera, qui a Friburgo…”. Composizioni, dieci in tutto, sviluppate a ridosso di una matrice proto-punk nutrita dall’essenza minimale del blues, che sono confluite – seminali e ammalianti - tra i solchi del primo disco, No More Revelations (Rawboat Records), dato alle stampe soltanto in vinile e in digitale nel 2011.

“Per eludere altri parallelismi con i White Stripes o i Black Keys, le sonorità di Pool Party mirano, in primis, a una struttura proto-punk oriented, allontanandosi, in qualche modo, dalla base originaria, prettamente blues…”, sottolinea. “Confronti e paragoni non ci hanno infastidito, questo no, ma ogni progetto, dal mio punto di vista, è in grado di (soprav)vivere soltanto a ridosso di una propria identità... Tutto qui…”.

Le nove tracce di Pool Party (Vitesse Records, 23 gennaio 2015, vinile e digitale) – registrate in analogico (come No More Revelations) tra le mura dello studio di Gabriel De Marco (voce dei Disco Doom, Zurigo) – trasudano, turgide e invitanti, da un futuro sonoro distopico ancora indefinito…

“Le influenze musicali confluite all’interno dei due dischi, comunque, non sono cambiate…”, sottolinea Lionel prima di concludere, senza però addentrarsi volutamente nei dettagli… Ma io insisto: “Qualche nome? Beh… Sonic Youth, Jon Spencer Blues Explosion e Queens Of The Stone Age… Ti bastano?”.

 

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