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STATI UNITIIn un mondo terribile e meraviglioso

03.03.15 - 14:19
Colin Meloy narra la genesi di What A Terrible World, What A Beautiful World, il settimo album dei Decemberists
In un mondo terribile e meraviglioso
Colin Meloy narra la genesi di What A Terrible World, What A Beautiful World, il settimo album dei Decemberists

PORTLAND - "Dopo la pubblicazione del disco precedente, The King Is Dead (Rough Trade, 2011), ognuno di noi sentiva la necessità di fermarsi… Anche se l’embrione delle nuove composizioni, alla fine, ha incominciato a prendere vita poche settimane dopo…”, mi spiega Meloy (voce, chitarra), che condivide la line-up del combo con Chris Funk (chitarra), Jenny Conlee (pianoforte, tastiere, synth), Nate Query (basso) e John Moen (batteria). “Abbiamo lavorato su di esse più lentamente, questo sì, concedendo più tempo a noi stessi, alle nostre vite e, infine, a progetti individuali che, altrimenti, con ogni probabilità, non avrebbero più avuto un seguito…”, continua, riferendosi alla sua attività letteraria.

Quattordici tracce ammalianti, elaborate – per la quarta volta con l’apporto di Tucker Martine (R.E.M, Beth Orton, Mudhoney…) - all’interno di un limbo sonoro inviolabile, in bilico - fin dalle prime produzioni pubblicate all’inizio del millennio – al di sopra di un margine posto nel mezzo tra polverosi territori alt-folk e un habitat, d’organza, chamber pop oriented.

“Il disco riporta il mio pensiero, la mia riflessione, credo piuttosto comune in ogni caso, sul mondo che stiamo vivendo… - aggiunge prima di concludere – Il titolo esprime molto semplicemente i due concetti, suddividendoli, mentre quasi ogni traccia, al contrario, tenta di analizzarli contemporaneamente, amalgamandoli…”. Una scelta voluta, quest’ultima? “Direi naturale… E alimentata da un flebile sintomo di ottimismo, fondamentale, dal mio punto di vista, oggi come oggi, per poter guardare al futuro…”.

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