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INTERVISTABorradori: "Io e la mia Porsche, una storia d'amore lunga 303'000 chilometri"

13.02.14 - 23:12
Il sindaco di Lugano ci racconta il suo rapporto con la Porsche 911
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Borradori: "Io e la mia Porsche, una storia d'amore lunga 303'000 chilometri"
Il sindaco di Lugano ci racconta il suo rapporto con la Porsche 911

Non servono grandi introduzioni poiché ogni ticinese se la ricorda: la Porsche 911 dell'ex consigliere di Stato Marco Borradori. Persino chi scrive, all'epoca ancora in tenera età, si ricorda di quella "3,2 litri" anno 1985 posteggiata di fronte alla Residenza Governativa, inconfondibile per quella particolare colorazione marrone e i cerchi "telephone dial" da 15 pollici. Al che una domanda sorge spontanea, accompagnata da un pizzo di curiosità: ma dove è nata la passione per un’automobile di questo tipo?

"Per quelli della mia generazione la Porsche 911 era una vera e propria icona su quattro ruote, un sogno, l'auto sportiva per eccellenza. Quando si è giovani le auto sportive suscitano sempre una forte attrazione, e questa ha colpito anche me: mi piaceva molto il rombo del suo motore e la sua sportività, che tuttavia non mi ha impedito di viverla a 360 gradi in qualsiasi occasione. Si rivelò un acquisto particolarmente azzeccato, tanto che è stato difficile separarsene..."

Nonostante oggi nel suo garage questa 911 non ci sia più, l'attuale sindaco di Lugano ne parla ancora con viva memoria e grande entusiasmo, come se il sentimento che talvolta capita di provare per un oggetto con quattro (o due) ruote non fosse mai svanito del tutto. Ma come ha poi dovuto separarsene?

"Il motivo era principalmente da ricercare nel fatto che la mia è stata l'ultima 911 a non essere dotata del catalizzatore, obbligatorio in Svizzera per tutte le auto nuove a partire dal 1986. Così nel 2002 il Blick pubblicò un articolo nel quale mi si puntava il dito contro, visto che in qualità di direttore del Dipartimento del Territorio e quindi anche responsabile per i temi legati all'inquinamento ambientale circolavo con un'auto inquinante. Sommato al fatto che all'epoca l'auto aveva quasi 15 anni sulle spalle e un chilometraggio elevato, decisi di separarmene nel 2003, quando aveva percorso qualcosa come 303'000 chilometri."

Quella di Borradori è stato quindi un ennesimo esemplare di 911 arrivata a chilometraggi elevati senza troppi acciacchi, usata quotidianamente proprio come si utilizzerebbe una Volkswagen Golf. Ma dopo la Porsche v'è stato un cambiamento drastico: nel suo garage è entrata una più economa Smart. Ma sarà mai possibile rivederlo al volante di un’altra Porsche?

"Beh, mai dire mai. Sono auto che mi piacciono sempre molto e che sono diventate molto più raffinate negli anni, oltre che meno inquinanti... Nonostante le distanze da percorre la Smart mi ha sempre soddisfatto anche se le ho tenute per meno tempo, cambiandole con il nuovo modello."

Per quanto quindi un interesse per le quattro ruote sia assolutamente tangibile, Marco non si è mai dilettato in pista, a differenza del suo compagno di partito e successore al DT Claudio Zali. Tuttavia le competizioni non le disprezza affatto.

"Fino a qualche anno fa mi capitava di guardare alcune competizioni come la Formula 1, anche se negli ultimi tempi ritengo abbia perso un po' d'attrattività. D'altro canto sarei davvero molto soddisfatto nel vedere un erede del nostro indimenticato Clay Regazzoni, e qualche giovane pilota con buone potenzialità in casa nostra sembra esserci. Del resto in Ticino e in particolare nel luganese sono nati svariati talentuosi piloti."

Crede quindi che il Ticino, o più in particolare Lugano, possa definirsi una località in un certo senso legata all'automobile?

"L'importanza economica di questo settore è innegabile, tanto che personalmente sono aperto a qualsiasi manifestazione. Già attualmente si svolge Autonassa e la nostra città è il teatro della partenza, dell'arrivo e delle premiazioni del Rally Ticino, nonché di altre manifestazioni minori legate all'automobile. Direi quindi di si."

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