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PROVA SU STRADAJaguar F-Type V6 S – Summertime Happiness

16.12.13 - 00:00
Scrivere della F-Type subito dopo la prova significa dare campo libero alle emozioni senza considerare la razionalità. Scrivere qualche mese dopo la prova è ancora peggio, perché manca sempre di più. Anche Lana Del Rey gli potrebbe dedicare una canzone…
Davide Saporiti
Jaguar F-Type V6 S – Summertime Happiness
Scrivere della F-Type subito dopo la prova significa dare campo libero alle emozioni senza considerare la razionalità. Scrivere qualche mese dopo la prova è ancora peggio, perché manca sempre di più. Anche Lana Del Rey gli potrebbe dedicare una canzone…

COME TUTTO EBBE INIZIO - Ho dedicato tanto tempo alla F-Type sin da quando era ancora un prototipo in fase di sviluppo. I vari workshop tecnici, le viste in anteprima quando ancora il mondo non avrebbe saputo quali sarebbero state le sue forme e le sue peculiarità tecniche, le prime anticipazioni video e infine la presentazione ufficiale al salone di Parigi dello scorso anno erano solo il preludio del tempo che, successivamente, avrei poi trascorso al suo volante. A Maggio in nostri lettori avranno sicuramente avuto modo di notare una prova antecedente al suo debutto commerciale nella regione di Navarra, in cui ci siamo alternati a tutte e tre le motorizzazioni tra alcune delle strade più belle (e deserte) mai percorse come pure tra i cordoli del circuito. Inutile dire che durante due giornate del genere, per di più baciate dal sole primaverile che alle nostre latitudini tanto si desiderava, erano la perfetta cornice di un’automobile che ha saputo emozionare chiunque abbia avuto l’opportunità di guidarla – e forse anche coloro che l’hanno solo vista (e soprattutto sentita) dal bordo strada. Ecco: quanto forte andasse, come si comportasse e quali sensazioni suscitasse non era più un mistero, decretando alla fine tra la relativamente fiacca V6 e la selvaggia V8 S una vincitrice assoluta per il suo perfetto equilibrio - la V6 S.

LA PROVA APPROFONDITA - Così qualche mese dopo, più precisamente in agosto, abbiamo deciso di dedicarle una prova più approfondita “in casa”, così da poterci meglio concentrare su quegli aspetti che alla fine anche un consumatore di una sportiva può tenere in considerazione: comodità, dotazione, prezzo, qualità costruttiva, fruibilità quotidiana, spazio per i bagagli e tutte quelle cose che per altre automobili rappresentano invece un’assoluta priorità. Più facile a dirsi che a farsi, perché ancora preso dalle emozioni provate quella mattinata lungo una delle mie strade preferite e con il rombo del sei cilindri a V che riecheggiava nell’apparato uditivo, ho finito per scrivere l’ennesimo testo in cui la tanto decantata razionalità era stata  nuovamente accostata come una pratica che si decide di voler seppellire in fondo alle scartoffie presenti sulla scrivania. Al che mi ero saggiamente promesso di accantonare quel testo fresco di scrittura riesumandolo una volte che le emozioni si sarebbero allontanate permettendomi di vedere la biposto inglese con occhi diversi.

UN RAGIONVEOLE DUBBIO - Contrariamente a quanto pensavo il problema non è sparito, bensì mutato. Nel senso che ogni mese che passa mi mancano sempre di più quei giorni d’agosto trascorsi con lei, e con essa aumenta costantemente la voglia di (ri)guidarne una. Nonostante ciò, in un momento di apparente lucidità sono riuscito ad attivare la parte più razionale del cervello, e vedere quindi se la F-Type potesse anche essere un’automobile ragionevole. Sfruttabile è sicuramente sfruttabile, nel senso che non è scomodo salirvi (o meglio  calarvisi) né uscire dall’abitacolo, quest’ultimo è piuttosto spazioso per la tipologia di vettura e nemmeno troppo claustrofobico a capote chiusa, il che sommato alla valida posizione di guida e ai comodi sedili non impedisce di digerire viaggi anche nell’ordine di qualche centinaio di chilometri, oltretutto perché l’assetto regolabile non spacca assolutamente la schiena nell’uso quotidiano. Anche l’insonorizzazione, alla fin dei conti, è più che soddisfacente nell’uso quotidiano, oltretutto perché le tecnologie oggi conosciute nelle automobili moderne sono ovviamente presenti anche su una sportiva come questa. Non male anche i consumi. Ma visto che di viaggi si parlava non si può però non tirare in ballo il bagagliaio, ahimè il vero punto critico della vettura visto che i pochi litri a disposizione (200) e la sua conformazione poco sfruttabile vi permettono di caricare poco più che un trolley di piccole dimensioni, rendendo conseguentemente impensabile affrontare un viaggio lungo più di qualche notte, figuriamoci se in compagnia. Anche solo per questo aspetto ci si comincia poi effettivamente a chiedere se la F-Type possa essere presa in  considerazione quale unica automobile, quesito al quale sarà difficile rispondere positivamente se pensiamo ad altre sportive quali la BMW Z4 o anche le varie Porsche Boxster e 911, con le quali la convivenza a tutto tondo (vacanze e spesa incluse) non ha mai rappresentato un reale un problema. Non venga poi in mente di dare un’occhiata al listino prezzi, visto che i 115'500 richiesti per questa V6 S (optional esclusi) potrebbero far allontanare qualsiasi persona ragionevole da un’automobile come questa: una biposto senza bagagliaio e dal prezzo elevatissimo in relazione a quanto proposto dalla concorrenza. Ma c’è però.

QUANDO SI GUIDA - Il però è la risposta alla domanda che più o meno chiunque si sia posto guardando la F-Type con gli stessi occhi con cui l’abbiamo vista noi nel precedente paragrafo: ovvero da qualcuno che non vi si era messo alla guida. Perché qui comincia il primo vero capitolo che da corpo alla storia. Una storia che parla innanzitutto di equilibrio, di misura, si armonia. Perché la chiave del suo comportamento dinamico è proprio questo: l’equilibrio. Né troppa né poca potenza: tutto sembra creato e calibrato su misura – il motore adeguato alle sue capacità stradali, e viceversa. Il 3 litri V6 sovralimentato per mezzo del compressore volumetrico non è uno di quei classici mostri che incolla al sedile, pur potendo vantare rispettabilissimi valori di accelerazione (da 0 a 100 km/h in 4,9 secondi). Si sente in definitiva la cilindrata relativamente piccola la quale però non impedisce al plurifrazionato di essere pronto e soprattutto di spingere costantemente a qualsiasi regime dando il meglio, proprio come le vere sportive, nella zona alta del contagiri. Questo è abbinato ad un cambio automatico “Quickshift” pressoché perfetto, più veloce nella guida sportiva del tradizionale 8 rapporti, il quale si distingue pure non tanto per le palette dietro al volante quanto per il pomello sul tunnel centrale in sostituzione al classico cilindri, vantando pure una posizione corretta dei segni “+” (indietro) e “-“ (avanti) che troppo spesso viene ingiustificatamente invertita sui comandi. Nonostante l’equilibrio v’è una regola da rispettare quando si guida la F-Type a briglie sciolte, ovvero affrontare con calma l’inserimento in curva e senza forzature, comportamento che altrimenti confluisce in un severo e punitivo sottosterzo. In compenso, appunto per il grande equilibrio e l’eccellente motricità, si può premere prestissimo l’acceleratore, curvando l’auto con quest’ultimo – se in trazione o in controsterzo controllato sta alla descrizione di chi siede al posto guida. In ogni caso l’assetto è un capolavoro pur non essendo dei più rigidi (nei riallineamenti si percepisce, talvolta, un distinto rollio), caratteristica che appunto si trasforma in vantaggio su strade non perfette sulle quali la biposto inglese mantiene sempre un contatto con il manto, copiandolo, senza mai saltellarle per qualche inutile nervosismo. A questo si aggiunge un impianto frenante potente, pronto, azionato da un pedale con un punto di pressione gradevole grazie al qualche anche non si sente mai intervenire l’ABS, e che oltretutto non soffre di particolari affaticamenti. L’unico e quindi più grande difetto della F-Type non è tanto la massa elevata che inizialmente aveva deluso un po’ la nostra aspettativa di scoperta radicale, bensì lo sterzo. Intendiamoci: è il miglior comando che abbia mai realizzato Jaguar negli ultimi tempi, addirittura meglio di quanto saggiato sulla XKR-S per intenderci: meno evanescente, manca sempre ancora quel vero contatto diretto, quella comunicatività con le ruote anteriori per capire con precisione cosa stia facendo l’avantreno. D’altro canto è però vero che il ruolo del suggeritore è comunque relegato al telaio, al che si tende a guidarla quasi più con il fondoschiena che con le mani.

L’EPILOGO - Ci dispiace doverci ripetere, ma anche in questo caso il quadro dinamico racconta sì la gran parte della storia, ma non permettere ancora di capire perché qualcuno dovrebbe spendere tutti questi soldi per un’auto così razionalmente incomprensibile. Gran parte è sicuramente legato al suono, rauco e intensamente voluminoso, del sei cilindri – ovviamente con le valvole di scarico sempre aperte. Dall’altro vi sono gli occhi che oltre il volante vedono una splendida giornata d’agosto fare da cornice ad una strada che, tra curve e panorami, potrebbe quasi sembrare una cartolina. Il che trasforma la F-Type in una di quelle auto che ti fanno assaporare tutto ciò che la circonda. Un’automobile in cui premi il tasto “Engine Start”, e tutto il mondo scompare.

 

SCHEDA TECNICA

ModelloJaguar F-Type
VersioneV6 S
Motore6 cilindri a V, benzina, compressore volumetrico
Cilindrata2'995 cc
Potenza380 cv @ 6'500 giri/min.
Coppia460 Nm @ 3'500 giri/min.
TrasmissioneCambio automatico 8 rapporti, trazione posteriore
Massa a vuoto1'614 kg
Accelerazione 0-100 km/h4,9 secondi (dichiarato)
Velocità massima275 km/h (dichiarato)
Consumo medio9,1 L/100 km
Prezzo115'500 CHF
Prezzo esemplare provato 
  
Ci piaceÈ una dispensatrice di emozioni. Punto e basta.
Non ci piaceLo sterzo non é ancora perfetto

 

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