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GUIDANDO LA STORIAAudi Sport quattro: La bisbetica domabile

29.10.12 - 07:00
Sono passati quasi trent’anni da quando ha visto la luce, ma la leggenda del Gruppo B sembra non conoscere età né la voglia di andare piano.
Carlo Simoni
Audi Sport quattro: La bisbetica domabile
Sono passati quasi trent’anni da quando ha visto la luce, ma la leggenda del Gruppo B sembra non conoscere età né la voglia di andare piano.

EMOZIONI DIVERSE - Potrebbero posteggiare sotto casa mia una Ferrai 458 Italia o sorpassarmi in autostrada con una Lamborghini Gallardo che in entrambi casi non dedicherei a quelle automobili più di un qualche sguardo disinteressato. Potrebbero darmi in prova un’Audi R8 anche per una settimana che la guiderei con lo stesso entusiasmo e curiosità con cui metto al volante di una nuova Volkswagen Polo. Ok: forse sto esagerando... In ogni caso l'emozione che provo verso le supercar appena citate non è minimamente paragonabile a quella provata quando, dopo una lunga ed interminabile attesa, mi sono trovato a meno di qualche metro da un’Audi Sport quattro con le sue chiavi ben salde nella mia mano destra. Non riuscivo nemmeno a guardarla come si guarderebbe una normale automobile, perché all’istante mi si chiudevano gli occhi e nella mia mente scorrevano quelle immagini storiche in cui la si vede con la classica livrea bianca e gialla, pilotata a folle velocità e rigorosamente in controsterzo da Walter Röhrl nelle strade più dissestate ed improbabili del pianeta, e nello stesso momento mi sono ricordato il suono ben preciso di quel cinque cilindri turbo che, seppur in una versione “addomesticata”, tra poco sarà nelle mie mani.

C’È UN PO’ DI SVIZZERA, IN LEI - Le giro attorno qualche volta e non posso non dire che quest’auto sia talmente assurda che, nella sua unicità, ha una fascino incredibile che va oltre i suoi successi sportivi o l’importanza storica. Per esempio solo il fatto che la scocca sia il risultato di un “collage” tra la metà anteriore di un’Audi 80 B2 (seconda generazione) e la metà posteriore della nota coupé “quattro”, soluzione il cui scopo fu quello di ridurne il passo incrementandone l’agilità, ne da un piccolo indizio. Assemblata presso il carrozziere Baur, per cercare di contenere il peso la Sport quattro impiegava diversi pezzi della carrozzeria (parafanghi, paraurti, cofano e tetto)  realizzati in Kevlar dalla svizzera Seger & Hoffmann. Mi rendo poi conto che lo stato della vettura, con all’attivo solo 75'000 chilometri e ancora con il motore originale in alluminio, è davvero impeccabile: le cure fornite dalla AMAG (proprietaria del veicolo) e dal suo “custode” Erwin Trepmann lasciano il segno, come l’auto stessa.

PROBLEMI DI SPAZIO - Mi ritrovo quindi dentro questo minuscolo abitacolo, anch’esso strettamente imparentato con un’Audi 80 B2 e dal sapore incredibilmente anni ’80, come suggeriscono i manometri analogici, i sedili sportivi Recaro parzialmente in pelle o ancora il tasto per poter attivare e disattivare a piacimento l’ABS e la manopola per bloccare manualmente il differenziale. Un abitacolo parecchio scomodo per chi ha le gambe molto lunghe, costringendo ad una posizione di guida piuttosto sacrificata e con la mano destra che, girando il volante, andrà sempre a toccare contro la gamba. Ma la voglia di mettermi alla guida è troppo alta per badare a questi dettagli ed ecco che, infilata la chiave nell’apposito blocchetto d’accensione la si gira, ed il cinque cilindri prende vita con un rumore d’accensione lungo e molto caratteristico: non appena si assesta al minimo realizzo che uno dei sogni di molti appassionati di automobili (nonché il mio) ha appena preso vita.

CASA-UFFICO-RALLY - Se già non capita tutti i giorni di poterne guidare una, ancora più rara è la possibilità di utilizzarla per tre giorni ed un totale di 600 chilometri. Anche se non era mia intenzione parlare di questo, ciò che mi ha parecchio colpito della quattro “corta” (come viene affettuosamente chiamata nella cerchia degli appassionati) è che al di la una certa essenzialità data dall’assenza del climatizzatore o dai vetri ad azionamento manuale è inaspettatamente comoda nella vita di tutti giorni tanto che, escludendo la frizione davvero pesantissima, la si potrebbe utilizzare come si fa con una normale Audi 80.

BRUTALITÀ D’ALTRI TEMPI - Ma questa non è una normale Audi 80, né un’auto che vuole essere solo guidata a bassi regimi, dove nonostante il grande turbo-lag di cui è caratterizzata non è tuttavia esclusa una guida brillante visto che eroga già una discreta potenza già attorno ai 2'500-3'000 giri/min. Il problema è che in quel preciso frangente, ogni volta in cui si rilascia l’acceleratore, c’è la Wastegate che vi delizia con un rumore che è del tutto simile ad un sospiro molto pesante di un essere umano. Quindi si finisce col cercare una strada adeguata, mettere la seconda e aspettare i 4'000 giri/min. per farsi sconvolgere la vita. In quel preciso istante il turbo K-27 si trova nel massimo della sua prestanza (2,04 bar) e sembra che un enorme gigante immaginario abbia appena dato un calcio all’auto facendola schizzare in avanti ad una velocità assurda, usando tutti i rapporti del preciso cambio a cinque marce, con il muso che si impenna a mo’ di motoscafo finché non si raggiunge il limitatore. Oggi molte automobili hanno potenze ben superiori ai 306 cavalli erogati dal suo piccolo “duemilacento”, ma la brutalità della sua erogazione vale assolutamente tutta la fama e la reputazione che si sono guadagnate lei e le sue compagne del “Gruppo B”.

VELOCE E TEMIBILE - Ciò che è bello di questa brutalità è che nelle mani giuste resta sempre molto controllabile. Il pedale destro è ampiamente dosabile e si riesce a gestire l’erogazione in curva e, quando ci si avvicina all’uscita della stessa con il turbo in pressione, come già anticipato il muso si alza e schizza verso la prossima come una cane che insegue un osso appena lanciato. La percorrenza nelle curve è inaspettatamente neutra e, per quanto non sia propriamente un’auto facile da guidare, la comunicatività del telaio e l’assetto morbido danno sempre un’idea di cosa sta succedendo sotto le piccole ruote da 15 pollici. Tuttavia è cosa buona e giusta non darle mai troppa confidenza, mantenendo sempre una buona dose di rispetto, perché al di la del naturale sottosterzo vi sono determinate situazioni in cui il posteriore, a seguito di reazioni brusche o fondo stradale non proprio aderente, decide di partire per la tangente, e in quale caso occorre sapere cosa fare per continuare a tenerla in strada. Nonostante ciò è in ogni caso un'auto molto più moderna rispetto alle sue coetanee, e ancora oggi riesce ad essere, nelle mani giuste, veloce e temibile.

SENZA ETÀ - E quindi continuo ancora pensare alla sua assurdità, di come un’auto con un aspetto così riesca ad andare così forte e ad essere dopo tutti questi anni così cattiva e rispettata, con i 4,9 secondi necessari per scattare da 0 a 100 km/h che ancora oggi poche altre automobili riescono a raggiungere. Penso a quando nel dicembre del 1984, momento della sua introduzione sul mercato, costava la bellezza di 195'000 marchi: praticamente il doppio di una Porsche 911 Turbo. Penso alla sua concezione, che limitata a 220 esemplari aveva l’obiettivo di fornire al cliente finale un’automobile strettamente imparentata con quelle che la domenica correva nelle prove speciali di Rally più seguite del mondo. E penso ancora al suo valore di mercato attuale, che per un esemplare come questo può toccare senza sbattere ciglio i 200'000 franchi. Sono in molti quelli che a vederla per strada pensano che si tratti di un qualche relitto di quinta mano degli anni 80 il cui valore non supera qualche biglietto da mille, ma in realtà mi sono davvero reso conto che non spenderei mai una cifra vicina al quarto di milione per un’Audi R8, una Lamborghini Gallardo od una Ferrari 458 Italia; però – ad averli a disposizione – li spenderei senz’ombra di dubbio per un’Audi Sport quattro. Un pezzo di storia destinato a non invecchiare mai.

 

ModelloAudi Sport quattro
Versione-
Motore5 cilindri in linea, benzina, turbo
Cilindrata2'133 cc
Potenza306 cv @ 6'500 giri/min.
Coppia330 Nm @ 4'500 giri/min.
TrasmissioneCambio manuale a 5 rapporti, trazione integrale, differenziale bloccabile
Massa a vuoto1'300 kg
Accelerazione 0-100 km/h4,9 secondi (dichiarto)
Velocità massima250 km/h (dichiarato)
Periodo di produzione12.1984 - 1985
Esemplari prodotti220
Costo all'epoca195'000 DM

 

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