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PROVA IN PISTAIn pista con la nuova Megane RS

16.04.12 - 08:01
Il restyling del modello porta diverse novità anche nella versione più spinta, che abbiamo strapazzato sul circuito Monteblanco.
Stephane Foulon
In pista con la nuova Megane RS
Il restyling del modello porta diverse novità anche nella versione più spinta, che abbiamo strapazzato sul circuito Monteblanco.

ADRENALINA - C'è una curva, nel relativamente piccolo circuito Monteblanco (Sevilla), che mette molta soggezione. Ci si arriva da un breve rettilineo, in terza, e per affrontarla basterebbe lasciare per qualche istante l'acceleratore e girare il volante verso destra, per richiedere subito dopo al motore la potenza necessaria per uscirne. La particolarità è che, una volta toccati i cordoli all'interno, la suddetta curva va proseguita su una breve ma ripida ascesa; talmente ripida che oltre ai venti metri d'asfalto di fronte a te non vedi nient'altro se non il cielo, che quel giorno era particolarmente azzurro. Ed è proprio in quel momento che molti, incluso il sottoscritto, hanno preferito non toccare nemmeno il pedale destro lungo la salita per vedere, una volta "scollinati", dove si trovano i cordoli per l'uscita. Prese le misure e acquisito un po' di coraggio, diventa però una di quelle curve che creano dipendenza, mista a forte adrenalina, tanto da invogliarti a cercare sempre di più il limite fisico della vettura che stai guidando. E con una Megane RS, questo diventa molto gratificante.

CAVALLI DA TROFEO - L'esemplare che al momento mi ritrovo tra le mani è quello appena rinnovato dal recente restyling, che tra le più importanti novità porta un piccolo tastino per le modalità "Sport" e "Race", le quali aumentano la potenza da 250 a 265 cavalli e la coppia da 340 a 360 Newtonmetri. In altri termini significa che si ha ora a disposizione la stessa potenza della serie limitata RS Trophy, che ricordiamo detiene il primato sulla Nordschleife quale auto di serie a trazione anteriore più veloce di sempre, con 8 minuti e 8 secondi.

PRECISA COME UN BISTURI - Sul circuito ubicato ad un'oretta di auto dalla città andalusa non è difficile capire il perché, a patto che sfogliando la lista degli optional mettiate un crocetta alla voce "Pack CUP". Non tanto per l'assetto più rigido, ma per il differenziale anteriore autobloccante al 35% che svolge con massima efficacia l'arduo compito di scaricare la potenza sulle sole ruote anteriori, e questo senza estreme influenze sullo sterzo. Percorrendo un rettilineo ad alta velocità quest'ultimo fa difetto per essere un po' vago nella zona "zero", ma non appena gli si impartisce qualche ordine diventa preciso come un bisturi, mettendo l'intera macchina esattamente dove gliel'avete chiesto. Nè un millimetro più a destra, né un millimetro più a sinistra.

SAN BREMBO, IL PROTETTORE DELLE STACCATE - Quello che mi ha impressionato di più, tuttavia, sono i freni. Arrivato in fondo al rettilineo principale, a poco meno di 230 km/h, si poteva pestare sul pedale ad una distanza dalla curva in cui vi sareste psicologicamente rassegnati all'idea di finire la vostra corsa nella ghiaia. Una frenata impressionante per intensità, spazi e soglia d'intervento dell'ABS, per la quale bisogna ringraziare i dischi da 340 mm di diametro all'anteriore e 290 al posteriore con pinze freno marchiate Brembo. Ma non solo, perché in un circuito come questo che offre parecchie curve strette, è necessario avere sempre il rapporto giusto per uscirne il più velocemente possibile. Sebbene la RS sia dotata di una turbina Twin-Scroll - come praticamente tutte le auto moderne - che le dona un'eccellente elasticità ai bassi regimi, più il contagiri si avvicina verso la zona rossa più i cavalli iniziano a diventare veramente cattivi, sottolineati da un sound aggressivo e con tanto sfiato; chiari segnali che vogliono mostrare a tutti che vicino al blocco motore alloggia una gran bella "chiocciola" in grado di raggiungere pressioni anche di 1,5 bar.

QUESTIONE DI EMOZIONALITÀ - La parola "rollio" deve poi essere una di quelle che proprio non esiste nel vocabolario di questa Megane, tanto che dopo un po' ci si chiede se al posto dell'assetto non siano state installate delle misteriose e potenti calamite in grado di tenerla incollata all'asfalto, e lo stesso vale per i sedili  con il busto di chi vi è seduto. Ma nonostante ciò - e di questo siamo contenti - il posteriore è giustamente collaborativo negli inserimenti in curva, senza che ad elettronica completamente disinserita ci si debba aspettare brutte sorprese. Qualora queste arrivassero, bisogna tuttavia ricordare che gli elementi di comando sono talmente precisi, obbedienti e ben calibrati che sembrano quasi intuire quello che stiate fare, non dandovi però la sensazione che siano loro a fare il vostro lavoro, bensì che siate sempre voi i padroni dell'auto e della situazione. E questo è quello che rende la Megane RS, come a suo tempo la Focus RS, automobile che quanto ad emozionalità e feeling di guida restano qualche spanna sopra alla produzione delle compatte sportive per le masse, indirizzandosi a chi vuole qualcosa di più specialistico. Chi, insomma, guidando una Golf R crede di essere al volante di una vettura sportiva, dovrebbe farsi un giro su questa Megane.

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