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VOLVO V60 POLESTARUn po’ meno Polestar, un po’ più Volvo.

21.05.17 - 06:00
Perde e due cilindri, e purtroppo anche un po’ del suo carattere ribelle. Anche se ora, nel complesso, è decisamente più confacente alla filosofia della vettura d’origine.
Un po’ meno Polestar, un po’ più Volvo.
Perde e due cilindri, e purtroppo anche un po’ del suo carattere ribelle. Anche se ora, nel complesso, è decisamente più confacente alla filosofia della vettura d’origine.

La Volvo V60 Polestar è sempre rientrata in una nicchia di mercato piuttosto particolare, non essendo da un lato un “mostro di potenza” con una cavalleria da far invidia a una supercar, dall’altro dimostrando di non essere semplicemente la motorizzazione più potente presente nel listino. Basta infatti sfogliare gli interventi che Polestar, marchio di proprietà del costruttore svedese e specializzato in vetture da competizione, ha riservato alle S60 e V60 per farsene un’idea.

Si parte da ammortizzatori Öhlins regolabili, barra a duomi anteriore rinforzata in fibra di carbonio, i supporti superiori delle sospensioni e le barre antirollio irrigidite, uno sterzo ricalibrato, molle più rigide dell’80% se comparate ad una S60/V60 T6 R-Design e ovviamente tutte gli adattamenti del caso al controllo di stabilità, alla trasmissione e all’impianto frenante Brembo che ora all’anteriore prevede una pinza a postonici e un disco flottante da 371 millimetri di diametro. Di interventi, insomma, ce ne sono stati parecchi, compresa una ridistribuzione dei pesi e a una riduzione della massa complessiva: l’avantreno è più leggero di 24 kg mentre la vettura di chili ne ha persi complessivamente 20. E poi c’è il motore, il quale è stato dotato di una turbina più grande, nuove bielle e nuovi alberi a camme, un pompa di benzina dall’aumentata capacità e un sistema d’aspirazione dalle dimensioni maggiorate. Il problema è che il motore, anziché essere il classico sei cilindri turbo che avevamo apprezzato qualche anno addietro, è ora un più convenzionale quattro cilindri da due litri di cilindrata, benché con doppia sovralimentazione (compressore volumetrico e turbo).

Prima di tutto i fatti: le prestazioni sono notevoli perché impiegare 4,8 secondi per toccare i 100 km/h partendo da fermo è un ottimo tempo. Poi le sensazioni: i 367 cavalli e i 470 Newtonmetri di coppia ci sono tutti, però va tenuto sopra i 4’000 giri al minuto il che la rende piacevole, di fatto, unicamente sul veloce. Ai bassi la risposta dell’acceleratore non è sufficientemente pronta, le quasi 1,8 tonnellate (!) si fanno sentire anche a causa di una trazione integrale che non privilegia particolarmente il retrotreno. E poi c’è il cambio - un automatico a otto rapporti - che pur avendo passaggi tutto sommato veloci pecca nella reattività dei comandi con cui attuarli. Al di la del fatto che il sound agli alti regimi non è particolarmente accattivante (a differenza dei bassi, in cui dal doppio scarico fuoriesce una tonalità gradevolmente roca), la V60 Polestar si trova in effetti a suo agio quando il raggio delle curve si apre e le velocità si fanno più interessanti. Ecco che allora il propulsore si ritrova nel suo frangente ideale, quello in cui il retrotreno saldo e un’impostazione neutra ritornano ad essere un vantaggio e non un generatore di frustrazioni. E delle Volvo da cui deriva conserva l’avantreno che si infila velocemente in curva, con uno sterzo velocissimo e preciso come un rasoio, che sono aspetti che su una famigliare sportiva non si disdegnano mai. Però manca un po’ di quella comunicatività che da sempre contraddistingue le vetture del costruttore svedese, ma in particolare mancano quei due cilindri in più che le donavano un carattere unico. Rispetto a prima, insomma, ha perso un po’ di smalto.

Resta però il fatto che la V60 Polestar rappresenta un modo assai interessante di interpretare la famigliare sportiva. Molto discreta, con una potenza notevole ma non spropositata, con capacità dinamiche interessanti ma mai esasperate. Se la sei cilindri nel complesso risultava un po’ più folle anche per la novità del ritorno di Volvo in tale segmento, la quattro cilindri appare complessivamente più abbottonata. Aspetto che è messo in evidenza da una caratterizzazione estetica lieve ma riconoscibile, che esprime un bel carattere senza far mai voltare uno sguardo di troppo. E anche l’abitacolo avrà pure un bel volante rivestito parzialmente in Alcantara e sedili molto contenutivi che trattengono bene il corpo in curva, ma l’ambiente non è particolarmente corsaiolo. Resta, insomma, pur sempre una Volvo V60. Senza eccessi.

 

SCHEDA TECNICA

Modello, versioneVolvo V60 Polestar
Motore4 cilindri in linea, 2 litri, benzina, compressore volumetrico + turbo, 367 cv, 470 Nm
TrasmissioneCambio automatico a 8 rapporti, trazione integrale
Massa a vuoto1'796 kg
Accelerazione 0-100 km/h4,8 secondi
Velocità massima250 km/h (limitata elettronicamente)
Consumo medio8,1 l/100 km (dichiarato)
Prezzo87'000 CHF
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