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BENTLEY BENTAYGA DIESELLa rottura dei paradigmi

13.04.17 - 16:57
Se per alcuni è stato difficile accettare una SUV marchiato Bentley, figuriamoci se lo stesso è equipaggiato con un motore a gasolio. Ma noi siamo rimasto oggettivi e l’abbiamo messo alla prova.
La rottura dei paradigmi
Se per alcuni è stato difficile accettare una SUV marchiato Bentley, figuriamoci se lo stesso è equipaggiato con un motore a gasolio. Ma noi siamo rimasto oggettivi e l’abbiamo messo alla prova.

Mi è sembrato talmente strano che, giusto per essere sicuro, ho controllato una seconda volta. Ma nonostante il doppio controllo, è stata con un discreta incertezza che le quattro dita della mano destra (indice, medio, anulare e mignolo) hanno fatto pressione sulla pompa del carburante per immettere del gasolio nel serbatoio da 85 litri di una Bentley. Eppure si: la prima Bentley con motore Diesel è diventata realtà e ha preso residenza nel vano motore della Bentaya, il primo SUV del marchio. Due rivoluzioni in un sol colpo. Ma dato che della Bentayga abbiamo già scritto in lungo in largo lo scorso anno, ci concentreremo ora solo su questa specifica motorizzazione.

Premesso che è ovviamente strano pensare che una Bentley possa avere un motore Diesel, dopo un’approfondita prova su strada bisogna ammettere che, da un punto di vista oggettivo, è assolutamente ineccepibile. Il motore in questione è il 4 litri V8 da 435 cavalli e 900 Newtonmetri che già equipaggia l’Audi SQ7, con la quale condivide anche la turbina ad razionamento elettronico e il controllo attivo del rollio, entrambi alimentati proprio come sulla “cugina” di Ingolstadt da una batteria ausiliaria da 48 volt. Un motore che offre la sua coppia massima già da 1’000 giri al minuto e che allunga fino a 5’000 proprio come un benzina, accompagnato da un sound gradevole e un cambio automatico ZF a otto rapporti capace di tenere il suo passo. Le prestazioni (da 0 a 100 km/h in 4,8 secondi; velocità massima di 270 km/h) sono più che adeguate alle aspettative riposte in un veicolo che porta tale marchio. E, soprattuto, fa si che questa sia la prima Bentley sul cui computer di bordo il valore indicante il consumo medio consente di avere una cifra sola prima della virgola: non è infatti difficile raggiungere una media inferiore ai 9 litri ogni 100 chilometri percorsi, il che spinge l’autonomia teorica quasi in prossimità dei 1’000 chilometri. Il che in un certo senso enfatizza il ruolo di salotto da viaggio che spetta ad ogni vettura nata a Crewe.

Da un punto di vista dinamico la Diesel appare addirittura più equilibrata che non con l’impotente W12, proprio perché l’erogazione lineare e le prestazioni più “misurate” consentono di condurla con maggiore facilità. Intuitività che è da ricondurre anche e in particolare alla turbina ad azionamento elettronico: oltre ai due classici turbocompressori Twin Scroll sequenziali a geometrica variabile, questo terzo turbocompressore è alimentato elettronicamente e nel giro di trenta millisecondi entra in azione a pieno regime per eliminare completamente - anche all’atto pratico - il ritardo di risposta delle turbine che è pressoché inesistente. Proprio come sulla SQ7 è notevole il lavoro svolto dal controllo elettronico attivo del rollio, il quale controbilancia le forze laterali che lo generano mantenendola sempre in assetto. Nel complesso anche con la Diesel sono degne di nota le qualità dinamiche e la relativa agilità considerando la massa e la mole in gioco, spiccando in particolare per l’elevata stabilità e la trazione integrale che non si dimentica di privilegiare il retrotreno.

Quindi non sembra di guidare una vettura alimentata a gasolio? Se siedi al volante assolutamente no. Il classico rumore dei motori a ciclo Diesel si sente solo (e poco) quando si trova sotto sforzo a carico parziale, per esempio uscendo da un tornante con una pendenza notevole e a bassa velocità. Lo si sente un po’ da fuori, ma è comunque ben smorzato e piuttosto discreto. E se non fosse per il piccolo emblema posto nel profilo inferiore della portiera anteriore o lo specifico disegno dei terminali di scarico, accorgersene è davvero impossibile. Certo restano aperte tutte le questioni e le opinioni di ordine “filosofico” ma, come anticipato in apertura, da un punto di vista oggettivo a Bentyga Diesel è assolutamente ineccepibile.

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