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BMW M4 GTSQuando l’M4 vuole andare in pista

21.12.16 - 12:00
Più cavalli, meno peso e l’aspetto di un’auto da corsa. Costa il doppio rispetto ad una M4 e le hanno già vendute tutte. Ma noi non ci siamo fatti scappare l’occasione…
Quando l’M4 vuole andare in pista
Più cavalli, meno peso e l’aspetto di un’auto da corsa. Costa il doppio rispetto ad una M4 e le hanno già vendute tutte. Ma noi non ci siamo fatti scappare l’occasione…

Prima di tutto occorre precisare che tutti e settecento gli esemplari sono già stati venduti. Perciò, a patto di non cercarne una sul mercato delle vetture usate e sperando di non incappare nelle immancabili speculazioni, è molto improbabile che riusciate ad acquistarne una. Anche a noi, per un soffio, stava per andare male. Fortunatamente siamo però riusciti a mettere alla frusta un esemplare già venduto che di li a poco sarebbe dovuto finire nelle mani del legittimo proprietario, quindi con l’imperativo di non cagionare assolutamente nessun danno. Come sempre, del resto…

Così un lunedì mattina ci siamo messi all’opera. E bisogna dirlo: abbiamo vissuto lunedì mattina peggiori. Sin dalla prima occhiata è ben evidente l’animo corsaiolo della GTS. La questione della riduzione della massa è stata presa molto più sul serio di quanto ci aspettassimo. Perché questa non ha coinvolto solo gli ormai classici terminali di scarico in titanio o  l’alettone regolabile realizzato in materiale sintetico rinforzato in fibra di carbonio (CFRP). Tutt’altro! Con quest’ultimo materiale sono stati realizzati anche il cofano, lo splitter anteriore, il tetto e il diffusore posteriore. Persino il tubo di supporto della plancia portastrumenti è in CFRP, senza dimenticare che è stata pure soppressa la struttura del divanetto posteriore. Il risultato è di un peso a vuoto (DIN) di 1'510 kg per un rapporto peso/potenza di 3 kg/cv. Quasi come un’auto da corsa.

Una tale cura dimagrante che persino per chiudere la portiera le massicce maniglie sono state sostituite con i classici “nastri” in tessuto. Chiusi nell’abitacolo e avvolti dal sedile in carbonio si apprezzano quegli elementi che ti fanno capire di essere a bordo di un’automobile speciale: il volante in Alcantara con il segnaposto per le “ore 12”, un climatizzatore che non si vede nemmeno sulle Serie 4 Coupé base d’importazione e la costante visione dell’alettone posteriore nello specchietto retrovisore galvanizzano già a sufficienza. Aggiungici poi il pacchetto “Clubsport” comprensivo di cinture a sei punti, roll-bar ed estintore, che essendo un optional a costo zero è come un invito a nozze. È anche vero che il roll-bar, le impunture e numerosi altri dettagli colorati in “Acid Orange” son forse un po’ troppo fighetti e modaioli, però a noi quel che interessa è la sostanza. Ed eccoci al dunque.

Guidata a velocità dignitose del suo potenziale, le sensazioni di purezza, reattività e grip che ti trasmette sono paragonabili a quelle che si provano al volante di una Porsche GT3. Salvo per il motore. Nonostante abbia ricevuto un aumento di potenza grazie all’iniezione ad acqua – per complessivi 500 cavalli e 600 Newtonmetri – non mette in mostra un carattere altrettanto estremo e pistaiolo. È capace di donare un pizzico di aggressività in più agli alti regimi e diffondere un sound allo scarico più “ignorante”, ma questo è tutto. Nel confronto diretto la con la M4 “tradizionale” percepisci immediatamente il minore peso, il baricentro più basso e la maggiore presa garantita dai Michelin Pilot Sport Cup 2. Freni più tardi, hai a disposizione tantissimo grip con cui puoi maltrattarla, e ironia della sorte sfoggia un’inaspettata progressività. Il che, unito alla sfruttabilità del propulsore a tutti regimi, ne fa una vettura molto efficace su terreni stradali. Volendo ci si può anche concedere al sovrasterzo senza troppi problemi. Tranne sul bagnato: li le cose si complicano parecchio.  

 

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