Cerca e trova immobili

INTERVISTAChristian Vitta: “L’automobile è di grande importanza per l’economia”

11.11.15 - 17:03
Dalle aziende indirettamente legate ad essa alla Formula E. Un incontro sul tema con il direttore del Dipartimento delle Finanze e dell’Economia.
TiPress
Christian Vitta: “L’automobile è di grande importanza per l’economia”
Dalle aziende indirettamente legate ad essa alla Formula E. Un incontro sul tema con il direttore del Dipartimento delle Finanze e dell’Economia.

Sapendo che la passione per le automobili ce l’ha nel DNA, ovviamente l’incontro con Claudio Zali è stato un po’ diverso dagli altri, più un incontro tra appassionati. Ciò non vuole dire che il tema automobile debba restare confinato nel suo ufficio: abbiamo infatti incontrato anche gli altri Consiglieri di Stato, a cominciare da Christian Vitta.

Che cosa rappresenta per lei l’automobile?

L’automobile per me è un mezzo di trasporto che durante determinati momenti della giornata permette di estraniarsi almeno in parte dal mondo circostante. A me piace viaggiare, e viaggiando o si è con qualcuno e quindi si può colloquiare tranquillamente oppure si è da soli e si ha il tempo di riflettere.

Dove le piace guidare? E dove, invece, lo trova più fastidioso?

Mi piace molto guidare in Autostrada. Perché si può viaggiare tranquillamente con il regolatore di velocità, con il traffico unidirezionale. È una condizione più facile e sicura, oltre che la più adatta nei casi in cui la priorità è lo spostamento. Chiaro che nel tempo libero un bel passo di montagna o una strada costiera ha comunque il suo fascino, specie col bel tempo. Al contrario trovo spiacevole guidare con traffico intenso, magari circondati da parecchi mezzi pesanti.

Anche se le piace guidare, ci sono momenti in cui preferisce spostarsi con l’autista?

Quando ci sono giornate intense con più riunioni ufficiali che si susseguono in posti diversi utilizzare l’auto di servizio torna molto utile in particolare per la sicurezza dato che spesso e volentieri si è molto affaticati a livello mentale.

Un giorno, forse, l’autista non ci sarà più: quello della guida autonoma è un discorso di cui si discute sempre più spesso tra noi addetti al lavoro. Favorevole o contrario?

Il futuro andrà sicuramente in quella direzione, piaccia o non piaccia: già oggi ci sono regolatori di velocità che mantengono autonomamente la distanza dal veicolo che ci precede, ci avvisa nel caso in cui fuoriusciamo dalla nostra corsia, posteggia parzialmente da solo. Sarà però importante differenziare il tutto, nel senso che la guida autonoma deve essere un’opzione nell’uso quotidiano ma l’automobile dovrebbe ancora comunque permettere al conducente di poterla utilizzare personalmente, come mezzo di svago.

A proposito di svago, le quattro ruote sono anche le protagoniste di molti eventi sportivi. All’orizzonte vediamo la Formula E di Lugano. Una grande opportunità?

Per quanto non sia un appassionato di corse, pur non disdegnando la visione di qualche Gran Premio di Formula 1, trovo che la Formula E permetta di abbinare l’evento sportivo alla promozione di tecnologie d’avanguardia, oltre ad essere di portata internazionale. L’ostacolo principale è ovviamente il costo oneroso di manifestazioni di questo tipo che sono dei veri e propri business più che eventi sportivi. In un modo o nell’altro sono eventi che hanno un sicuro ritorno, ma date le grandi risorse da mettere in campo bisogna stare attenti a non fare pazzie o il passo più lungo della gamba.

Automobile è anche sinonimo di economia. Il suo dipartimento in che misura si occupa di automobile?

Indirettamente è un tema importante se lo rapporto alla divisione dello sviluppo economico. Quando dobbiamo identificare degli ambiti di sviluppo l’accessibilità è un fattore determinante. Sebbene il Ticino non abbia una tradizione legata all’industria dell’automobile abbiamo diverse aziende produttrici di componenti per i costruttori stessi. Non bisogna poi dimenticare tutto ciò che è tangibile per l’automobilista: concessionari, distributori di benzina, carrozzerie, officine, assicurazioni. Tutte imprese che garantiscono un elevato numero di posti di lavoro.

La mobilità molto probabilmente è destinata a cambiare. Alcuni costruttori già si stanno preparando al fatto che l’automobile in un futuro nemmeno troppo lontano non sarà più posseduta da una sola persona ma condivisa. Se ne parla già nei suoi uffici?

Ci sono delle tendenze ancora circoscritte ma già presenti. Le nuove tecnologie in questo senso danno la possibilità a diversificare o mutare il modo di utilizzo dell’automobile – GoogleCar ne è un ottimo esempio. La mobilità di persone e merci varia ogni anno  e di conseguenza è corretto adattarsi e restare al passo coi tempi. Quando si va in quella direzione non è tanto la parte meccanica a svilupparsi: elettronica, software e servizi vari sono solo tre degli elementi che poi ruotano attorno al sistema automobile, le quali potrebbero poi ovviamente essere sviluppate o prodotte da aziende presenti nel nostro Cantone.

Nelle grandi città (Milano, Berlino, Londra) sistemi di condivisione dell’auto quali car2go sono utilizzati parecchio. In Ticino c’è spazio per servizi di questo tipo o rimarremo fermi alle biciclette?

Per far funzionare certi sistemi ci vuole una certa massa, motivo per il quale è probabile che da noi necessitino un po’ di tempo in più rispetto ad altri luoghi. Poi c’è anche l’aspetto culturale: il Ticino è un Cantone con un elevato tasso di motorizzazione e anche la conformazione del territorio impone per certi versi di avere la propria automobile, quindi oltre a richiedere del tempo necessitano anche un cambiamento generazionale. Lo vediamo già dai giovani del giorno d’oggi che a questo proposito hanno già tutta un’altra sensibilità, potendo quindi favorire qualcosa del genere.

Come percepisce l’evoluzione dell’automobile?

È sempre stata elevata e costante ma negli ultimi anni si è spinta ancora oltre, favorita dall’implementazione di nuove tecnologie in particolare multimediali. Sta diventando infatti un po’ come gli smartphone, che dopo un anno o due sono già vetusti. Ci sono, a titolo di paragone, settori ben più conservativi: per restare nel mondo dei trasporti la ferrovia è una di questi.

 

Entra nel canale WhatsApp di Ticinonline.
NOTIZIE PIÙ LETTE