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TEST DRIVEMini Cooper S - British rollercoaster

20.08.15 - 10:43
Più matura e con due porte in più: la Cooper S è cresciuta in tutti i sensi. Va forte, è divertente e rimane una Mini. Nel bene e nel male.
Mini Cooper S - British rollercoaster
Più matura e con due porte in più: la Cooper S è cresciuta in tutti i sensi. Va forte, è divertente e rimane una Mini. Nel bene e nel male.

Quando nel 1994 il gruppo BMW acquisì il marchio Rover, a sua volta proprietario del marchio Mini, probabilmente non si rendeva ancora bene conto dell’affare che aveva fatto. Già nel 2001 con la prima serie della “nuova” Mini, i bavaresi seppero rilanciare a dovere il celebre marchio britannico offrendo un prodotto che presto divenne un punto di riferimento e che continuerà ad esserlo anche con l’attuale terza generazione.

Al primo sguardo non c’è alcun dubbio sul fatto che sia sempre una Mini nonostante sia un po’ cresciuta nelle dimensioni. Il frontale è più massiccio rispetto a prima e sia i fari anteriori che posteriori sono sensibilmente più grandi, dandole un’aria un po’ più paffutella ma non sgraziata.
Rispetto alla 3 porte, la inedita 5 porte guadagna ulteriori 16 centimetri arrivando a sfiorare i 4 metri di lunghezza. La variante S, protagonista della nostra prova, si distingue dalle altre versioni grazie ai cerchi da 17 pollici, l’assetto ribassato, il doppio scarico centrale e le prese d’aria per raffreddamento freni.

Il design dell’abitacolo è ricercato e la qualità di materiali e finiture è molto buona. Finalmente il tachimetro è stata spostato dalla plancia a dietro il volante; l’opzionale head up display, anche se perfettibile nel rilevamento dei limiti di velocità, dà le informazioni di base permettendo di tenere gli occhi sulla strada. La plancia è ora occupata dall’impianto multimediale. Esso è circondato da una fascia di led colorati che si illuminano allo scorrere nei menu e al variare delle impostazioni. I sedili sono contenitivi e le regolazioni ampie, però l’altezza alla spalla delle cinture di sicurezza è fissa. Il bagagliaio non è enorme ma di forma regolare, con doppio fondo e occhielli di fissaggio. Qualche pecca però c’è: il bracciolo centrale, oltre ad essere poco capiente, interferisce sempre con la leva del freno a mano. Nel caso voleste ascoltare il vostro CD preferito sfruttando il potente impianto audio Harman/Kardon, non potete farlo perché… il lettore CD semplicemente non c’è! Occorre usare la penna USB o la connettività Bluetooth: tempi moderni. Inoltre occorre un minimo di agilità per accedere ai sedili posteriori a causa delle portiere piccole, e una volta a bordo c’è da litigare con chi siede davanti a causa del rastremato spazio per le ginocchia.

Lo sterzo è uno dei punti di forza della Mini: veloce e diretto, permette di tenere le mani sempre sul volante. Il pedale del gas è incernierato al pavimento, rendendo più facili i punta-tacco anche se (tranne con l’elettronica totalmente disattivata) in scalata ci pensa già lei a fare la “doppietta”. La rapportatura del cambio a 6 marce è un buon compromesso tra sportività e necessità di marce più lunghe per contenere i consumi. Tre sono le modalità di guida tra cui scegliere: green, mid e sport. Il primo è orientato ad una guida parsimoniosa, col display che indica di quanti chilometri si è riusciti ad aumentare l’autonomia per incentivare a fare ancora meglio. Il piatto forte è ovviamente modalità sport: il pedale del gas è più sensibile, lo scarico emette dei timidi scoppiettii, lo sterzo diventa ancora più reattivo e consistente e l’assetto, già rigido in green e mid, lo diventa ancora di più, esaltando la riuscita accoppiata con le Pirelli PZero.

Il motore, cresciuto fino a 2 litri per la Cooper S, inizia a spingere forte appena si passano i 1600 giri e la coppia non accenna a calare se non oltre i 5500 giri. C’è poco turbo lag e i 192 cavalli, insieme alla bontà dell’assetto, permettono di andare veramente forte: è veloce, efficace, sottosterza poco, il retrotreno è ben piantato a terra anche grazie al maggior peso sull’asse posteriore della versione a 5 porte, senza per questo renderla noiosa. Anzi, ci si diverte un sacco pure con l’elettronica attivata che aiuta a scaricare meglio i cavalli a terra dato che la motricità, seppur molto buona, a controlli disattivati non è eccelsa. C’è ancora del margine per renderla più cattiva ed estrema in ogni aspetto, margine che sembra lì apposta per essere sfruttato dalla John Cooper Works.

Durante la prova il consumo medio è stato di 9.4 litri per 100 km: si può fare di meglio utilizzando maggiormente la modalità green, ma rinunciare alla goduria della “sport” è un grosso sacrificio. I prezzi della Cooper S 5 porte partono da 31'800 fr mentre il nostro esemplare con diversi optional arrivava a costare 46'000 fr. Se non ci si fa trascinare dalla lista degli optional, con 35 mila Fr ci si può portare a casa un’auto molto equilibrata, comoda ma anche gagliarda quando lo si richiede.

 

SCHEDA TECNICA

Modello, versioneMini Cooper S 5 porte
Motore4 cilindri in linea turbo, benzina, 2 litri, 191 cv, 280 Nm
TrasmissioneCambio manuale a sei rapporti, trazione anteriore
Massa a vuoto1'295 kg
Accelerazione 0-100 km/h6,9 secondi
Velocità massima232 km/h
Consumo medio6 litri / 100 km
Prezzoda 31'800 CHF
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