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PRIME IMPRESSIONIHyundai rispolvera la Tucson

10.08.15 - 07:07
L’erede della ix35 (ri)cambia nome ed è stata rifatta dalla testa ai piedi. Diamole un’occhiata più da vicino.
Hyundai rispolvera la Tucson
L’erede della ix35 (ri)cambia nome ed è stata rifatta dalla testa ai piedi. Diamole un’occhiata più da vicino.

Si presenta sulla scia di un successo che se non scosso ha quantomeno mosso significativamente le acque del mercato automobilistico. La ix35 ad un certo punto era talmente richiesta dai clienti europei che le liste d’attesa superavano anche i sei mesi: mai un’automobile di un produttore coreano era stata tanto desiderata. Uno degli eventi che ha fatto si che dall’arrivo della prima Santa Fe nell’anno 2000 siano stati in totale 1,2 milioni i SUV commercializzati in Europa da Hyundai. Con questo modello completamente nuovo si è deciso di cambiare nome, o meglio di rispolverarne uno già usato in passato: l’antenata della ix35 si chiamava Tucson, e così si chiama ora la sua erede. La Hyundai Tucson va a finire in quell’immenso calderone colmo di SUV di taglia media all’interno del quale il modello da battere è sicuramente la Nissan Qashqai.

Di carte da giocare la Tucson ne ha decisamente parecchie, o meglio: decisamente più che in passato. Al pari della sua antenata anche questa volta si è riusciti a creare una vettura dal design personale, addirittura più piacevole e moderno di quanto fatto in passato. Idem con l’abitacolo che ha raggiunto un livello qualitativo di tutto rispetto, ma questo lo sappiamo. Di nuovo c’è anche un modulo di navigazione tre volte più veloce rispetto a quello precedente. Lo spazio è commisurato ai quattro metri e mezzo di lunghezza esterna, il bagagliaio ha un volume di carico di 513 litri. Non si è nemmeno rinunciato ad includere nelle dotazioni diversi sistemi di assistenza alla guida, che vanno dalla funzione di posteggio automatizzata ai ben più utili dispositivi per la frenata d’emergenza automatizzata con rilevamento dei pedoni o sensori in grado di avvisare della presenza di vetture a tergo che sopraggiungono perpendicolarmente. Nella Tucson, insomma, c’è tutto quello che serve e nulla è stato lasciato al caso; l’impressione che lascia è proprio quella di una vettura realizzata con cognizione di causa e riflesso delle ambizioni di chi l’ha progettata.

Anche da un punto di vista tecnico. Innanzitutto la generosa disponibilità di motori non lascia desideri aperti. Sebbene le masse in gioco (di poco superiori alle 1,5 tonnellate) non siano eccessive, il nostro consiglio è comunque quello di optare per le motorizzazioni più potenti anche perché abbinate alla trazione integrale. Da un lato abbiano quindi un propulsore turbodiesel da 2 litri (185 cavalli, 400 Newtonmetri), dall’altro un 1,6 litri turbo benzina (177 cavalli, 265 Newtonmetri). La maggior parte dei nostri chilometri li abbiamo percorsi proprio con quest’ultimo che, un po’ a sorpresa, ha messo in risalto un comportamento stradale piuttosto vivace, dato soprattutto dalla prontezza dello sterzo e dalla gommatura (Continental SportContact 5) assai generosa in termini di aderenza. I cavalli si possono sfruttare e l’accoppiamento con il cambio doppia frizione a sette rapporti è particolarmente riuscito. Non da ultimo un leggero percorso in fuoristrada ha messo in evidenza come, con il differenziale bloccato, la Tucson si sappia districare bene in percorsi non proprio all’ordine del giorno.

Sebbene il debutto commerciale della Tucson avverrà nel corso del mese di settembre, a partire da luglio i primi esemplari sono già approdati presso i concessionari. I prezzi di vendita sono al solito parecchio attrattivi e partono da 24'950 franchi, inclusi i canonici cinque anni di garanzia a cui il costruttore coreano ci ha ben abituato.

 

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