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MONDO ANIMALEUtili consigli per quando Fido va in pensione

24.10.14 - 07:00
Ecco come comportarsi in caso si debba lasciare il cane in una pensione per le vacanze.
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Utili consigli per quando Fido va in pensione
Ecco come comportarsi in caso si debba lasciare il cane in una pensione per le vacanze.

Settimana prossima molte famiglie partiranno in ferie e, in alcuni casi, l’amico Fido verrà lasciato in una pensione per cani. Abbiamo chiesto a Cristian Siani, psicologo canino e dog trainer, qualche utile consiglio su come comportarsi prima, durante e dopo il rientro a casa, quando il cane presenta magari comportamenti difficili da gestire.

Come bisogna comportarsi prima di portare il cane in una pensione?
“È necessario prendere informazioni sulla pensione, sapere chi ci lavora, che fama hanno, i nomi dei titolari e dei lavoratori, se hanno passati di denunce o comunque se hanno avuto problemi con altri proprietari. Questo perché purtroppo moltissime pensioni svolgono quel lavoro senza la minima passione, di conseguenza i cani diventano cose utili solo a generare profitti e i risultati sono cani maltrattati, chiusi in gabbie giorno e notte, picchiati per farli stare zitti e molte altre cose che preferirei non scrivere“.

Quali accorgimenti è utile prendere quando si è scelta la pensione e si sta per partire in vacanza?
“Sarebbe utile portare il cane svariati giorni prima sul posto per abituarlo agli odori e alla presenza di altre persone e cani. Lo si porta una prima volta, dopo 2 giorni una seconda e infine dopo 3, per circa una mezz’oretta. Dopo 3 giorni lo si lascia e si va via senza salutarlo e facendo come se non esistesse: nella lingua dei cani quando uno si allontana e si guarda indietro vuol dire che non tornerà più, al contrario se il cane si allontana senza girarsi e senza interagire con il branco è un evidente segno del suo ritorno. Quindi, salutando il cane, accarezzandolo e coccolandolo, gli si dice addio“.

Quali caratteristiche deve avere una buona pensione per cani?
“Sono molte e svariate ma le principali sono: gabbie pulite, che al visitarla non ci sia un odore pungente di urina, che i titolari lascino i padroni girare per tutta la pensione e non solo dove dicono loro. Un’altra cosa da tener assolutamente in conto è la reazione dei cani già presenti quando le persone che vi lavorano si avvicinano alle loro gabbie; un cane che fugge verso il fondo del box o che si accovaccia e abbassa la testa quando in loro presenza è un cane che è stato maltrattato, oppure se si raggruppano e rimangono fermi guardando le persone che vi lavorano sono cani terrorizzati. In cambio cani che dentro i loro box abbaiano quando vedono gli inservienti, saltano, si avvicinano alla porta o cercano il contatto sono animali trattati bene. Non fate caso allo scodinzolare, in quanto per loro non è necessariamente sinonimo di felicità ma può voler dire stress, nervosismo o insicurezza“.

Come bisogna comportarsi quando il nostro amico Fido presenta comportamenti strani una volta rientrati a casa?
“La prima cosa da fare è mai dare affetto al cane quando ha comportamenti sbagliati, cioè cercare di calmarlo, di fermarlo o comunque di recuperarlo dandogli carezze o coccole; la coccola per loro è un premio e, se la ricevono, pensano che quel comportamento sia quello giusto da tenere. – spiega Siani – Così come in questi casi non bisogna mai picchiarlo, minacciarlo, urlargli contro, o comunque avere un atteggiamento minaccioso o arrabbiato; un cane aggredito non percepisce quello che vogliamo fargli capire ma blocca il cervello aspettando solo che passi il pericolo, per poi rifare quello che stava facendo. Gli si deve parlare con voce bassa, calma e ferma; così facendo si otterrà dal cane rispetto e non paura. Una volta riscontrate problematiche comportamentali sul proprio cane è utile contattare uno psicologo canino (non un addestratore, sono due cose completamente diverse) che possa capire il motivo di quel comportamento, arrivare alla radice, fare una diagnosi e infine trovare la terapia per recuperalo. Ogni cane è unico, così come uniche sono le sue reazioni“.

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