In aumento le persone che scoprono di non poter pagare il riscaldamento, la fattura del dentista, l'affitto: i casi seguiti da Soccorso d'Inverno sono «più che raddoppiati»
LUGANO - Quattro anni fa erano un centinaio e già sembravano tanti. Oggi sono più di duecento. Per l'esattezza, 241: persone e nuclei familiari che alla fine hanno ceduto all'evidenza, hanno capito e ammesso di essere diventati poveri; hanno alzato il telefono e domandato aiuto. «C'è gente che si sfoga, si racconta, piange», dice e spiega Manuela Nünlist, direttrice di Soccorso d'Inverno Ticino, associazione che dà sostegno alle famiglie disagiate pagando per loro il conguaglio del riscaldamento, la fattura del dentista, le spese funerarie, una pigione.
Quei piccoli debiti che sembrano niente, finché un giorno si scopre che non si riescono a saldare. «Nella ricca Svizzera, la povertà cresce», riflette Manuela, che racconta di 347'941,70 franchi distruibuiti lo scorso anno, per lo più (43%) a persone che vivono sole, donne in prevalenza; a famiglie monoparentali (31%) oppure con figli (20%). Sussidio medio mille franchi, ma si arriva anche a 2'500, secondo i dati presentati questa mattina alla Camera di Commercio di Lugano quale resoconto delle attività svolte negli ultimi dodici mesi.
Le fatture pagate sono state 186; 143 le carte Coop e Otto's; 61 i pacchi di vestiti distribuiti, assieme a zainetti e accessori per la scuola, carte Tavolino magico, letti. Il Ticino che non ce la fa se ne accorge dalla piccole cose, che poi tende a nascondere con un po' di vergogna. «Non tutti si manifestano, in una società dove ormai ogni bambino ha un telefonino - riconosce il consigliere di Stato Paolo Beltraminelli - Il più delle volte è una povertà che non si nota, ma che esiste ed è in aumento. Uno stipendio insufficiente, un'improvvisa malattia, il divorzio, causa numero uno: aiutare nei momenti di difficoltà è un dovere di una società sempre più povera anche di rapporti umani».
Fondata nel 1936, quando l'economia era prevalentemente contadina e l'inverno il momento peggiore da affrontare, Soccorso d'Inverno Ticino aiuta ormai ogni anno «fra 800 e 1000 persone», compresi bambini cui dà la possibilità di frequentare corsi sportivi o attività musicali. «È importante offrire anche a loro la facoltà di essere e sentirsi come gli altri», dice il neo eletto presidente Edo Bobbià.
«I miei figli non avrebbero potuto - confessa uno dei beneficiari, donna con figli che mantiene da sola - Avevo perso il lavoro, la nostra condizione economica già fraglie a un certo punto è precipitata. Grazie a una collaboratrice di Soccorso d'Inverno sono riuscita a superare l'imbarazzo che provavo nel dover chiedere aiuto». «Oggi la precarietà si estende su tutto l'arco dell'anno - conclude Bobbià - Dovremmo cambiare nome, ma la gente è troppo affezionata».