L'industria tecnologica deve fare in fretta e adeguarsi alle esigenze del prossimo milione di utenti internet, che userà solo voce e immagini
LUGANO - Sui telefonini il dado è oramai tratto, da tempo. Non stupisca, poi, se sono loro a far da traino alla rivoluzione: che vuol dire addio per sempre alle tastiere, non solo fisiche – scomparse con l'avvento del touchscreen – ma anche virtuali. Spodestate dai messaggi vocali e dalle immagini, con i quali sempre più spesso si comunica: e presto non solo tramite gli smartphone, ma anche attraverso il più tradizionale pc dell'ufficio, che invierà e-mail se e solo se strettamente necessario.
Non è solo una moda - Lo dicono gli analisti, lo provano le mosse anticipate dell'industria dedicata, che si muove verso l'abbandono definitivo. Vincitori e vinti saranno decretati dall'abilità ad adeguarsi a una nuova tendenza, che segna un'altra sconfitta: quella linguistica. Perché la tecnologia non ha lanciato una moda, ma l'ha cavalcata.
Gente che non sa/vuole più scrivere - O, meglio, di pari passo con la diffusione dei dispositivi mobile, oggi accessibili pressoché a chiunque, ha assecondato le esigenze delle fasce "basse" della popolazione che finalmente possono permettersi l'acquisto. «Siamo di fronte a un nuovo tipo di consumatori internet – afferma Ceasar Sengupta, che alla testa di Alphabet-Google cerca di adattare le proposte dell'azienda «Il secondo milione sarà molto diverso dal primo».
Su YouTube, giù Gmail - Largo dunque ad app intuitive, per lo più su Adroid. Un messaggio chiaro a Apple, che finora ha un po' snobbato i mercati emergenti, come quello indiano dove, nella prima metà di quest'anno, la fruizione di YouTube è più che raddoppiata, mentre Gmail si è dimostrato in ribasso del 15%. È chiaro: un video sa essere anche più eloquente di mille parole scritte. E un messaggio vocale giunge più rapido all'interlocutore.
Dalle telefonate agli sms e whatsapp - Tempi che cambiano, modi che si adeguano e accettano con tante remore, fino a che non entrano nell'ordine quotidiano delle cose. Quando al posto delle chiamate si cominciarono a preferire gli sms, via via sempre più succinti per semplicità, si gridò all'involuzione di gente che non sapeva più relazionarsi - sul serio - con gli altri, e alla comunicazione reale preferiva quella fittizia. L'avvento di whatsapp, con la sua abilità nel diffondersi in fretta e ovunque, sembrò aggravare la situazione.
Ritorno al passato - o forse no - Adesso... si torna indietro? O almeno là dove si voleva? E no. Perché è vero che la voce ritorna, ma in differita. L'altro si ascolta, sì, ma in un momento diverso dal proprio e rimane ugualmente distante. Lo stesso whatsapp insegna da mesi. Non si scrive più: si registra.