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FRANCIAParigi in guerra contro i furbetti di Airbnb

11.08.17 - 19:18
Da ottobre, chiunque vorrà pubblicare un annuncio - anche per affitti una tantum - dovrà dichiararsi in municipio
Keystone
Parigi in guerra contro i furbetti di Airbnb
Da ottobre, chiunque vorrà pubblicare un annuncio - anche per affitti una tantum - dovrà dichiararsi in municipio

PARIGI - Tolleranza zero a Parigi contro i 'furbetti' di Airbnb. Le sanzioni contro chi affitta irregolarmente casa sulle piattaforme di house sharing sono schizzate dai 45.000 euro del primo semestre 2016 ai 615.000 euro dello stesso periodo del 2017. Nella metropoli più visitata al mondo - prima assoluta per offerta di alloggi peer-to-peer, davanti a New York o Los Angeles - la sindaca Anne Hidalgo ha dichiarato guerra agli irregolari e come rivela oggi il quotidiano Le Parisien gli agenti anti-frode hanno "messo il turbo".

Una legge transalpina del 7 ottobre 2016 vieta di affittare casa per oltre 120 giorni all'anno senza dichiararlo al municipio. Superata quella soglia, il bene viene considerato come una residenza secondaria ed è obbligatorio registrarlo come 'meublé turistico'.

«L'esplosione delle condanne e delle multe non significa che ci siano più affitti illegali ma che i controlli sono più rigidi e che i furbetti si fanno acchiappare dalle pattuglie», sottolinea l'assessore alla Casa, Ian Brossat. Nel primo semestre di quest'anno gli agenti della DLH (Direction du logement et de l'habitat) hanno inviato 31 proprietari in tribunale: tutti sono stati condannati per una somma complessiva di 615.000 euro.

Un anno prima gli euro recuperati dal comune erano stati 45.000, tredici volte di meno rispetto a ora. Il boom si spiega anche per la maggiore severità dei giudici che - osserva un funzionario della DLH - «ormai considerano che la gente sia informata delle norme in vigore. Prima c'era il beneficio del dubbio, ora è finita». Se in passato concentravano le loro ricerche nel quartiere iperturistico del Marais, i 25 agenti preposti a scovare gli abusi passano ormai al setaccio i quattro angoli della città, incluso con operazioni a sorpresa in casa della gente. Un lavoro di fino, che comincia davanti al computer, a spulciare uno per uno gli annunci pubblicati su ben 300 diverse piattaforme on-line, di cui 60.000 sulla più nota Airbnb.

Ma il giro di vite non finisce qui. Da ottobre, chiunque vorrà pubblicare un annuncio - anche per affitti una tantum - dovrà dichiararsi in municipio. In cambio riceverà un numero di matricola che dovrà apparire sull'inserzione on-line. La stretta riguarda anche le sanzioni, ormai salatissime, passate dai 25.000 euro ai 50.000 per ogni abitazione. A Parigi tengono a precisare che la caccia riguarda soprattutto i fortunati che possono permettersi di affittarsi più di un bene.

"Non vogliamo perseguitare quei cittadini che magari si affittano l'appartamento per arrivare a fine mese, sappiamo che grazie a quel reddito possono continuare a vivere nella capitale. L'obiettivo sono i multiproprietari che, in modo scientifico, trasformano i loro alloggi in macchine da cash", avverte Brossat. In passato, come Barcellona, anche Parigi e' stata seppur in modo minore teatro di proteste.

Attorno alla Place des Vosges, albergatori e parte dei residenti (quei pochi che ancora non avevano ceduto alla tentazione di arrotondare il salario con qualche affitto estemporaneo) manifestarono la loro opposizione a questa nuova forma di turismo. Per il comune gli affitti turistici rappresentano anche un problema rispetto alle disponibilità di alloggio per i parigini, in una città dall'alta densità e prezzi immobiliari alle stelle. Senza contare la 'museificazione' continuamente agitata dai detrattori.
 
 

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