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CANTONEProcesso al burro d'Alpe: "non conforme" in 7 casi su 10

29.05.17 - 07:24
Stagione al via, ma i campioni prelevati dal laboratorio cantonale nel 2016 parlano di «problematica della qualità del latte sugli alpeggi»
Processo al burro d'Alpe: "non conforme" in 7 casi su 10
Stagione al via, ma i campioni prelevati dal laboratorio cantonale nel 2016 parlano di «problematica della qualità del latte sugli alpeggi»

BELLINZONA - In un certo senso, è la rivincita dell'industria alimentare sul prodotto tipico. Chilometro zero delle materie prime, metodo artigianale di lavorazione, storia e tradizione esibiti a garanzia: portato in palmo di mano con fierezza dai "suoi", sulla carta non ha pari. Alla prova dei fatti, però, si mostra in tutta la sua insicurezza. 

Meglio le industrie degli artigiani - Lo dicono le ispezioni del laboratorio cantonale, 7.453 per 461 notifiche di contestazione sfociate in contravvenzione 47 volte nel 2016. Le industrie, dove il numero dei prelievi è incrementato rispetto all'anno precedente, hanno raggiunto comunque, nel complesso, un «livello soddisfacente», secondo l'ultimo resoconto d'esercizio. Riscontro non così netto, invece, fra gli artigiani, che hanno rimediato 42 insufficienze su 212 esami interni.

Attenti anche al salame - Ghiaccio nei cocktail o per raffreddare il pesce, con germi o batteri in 17 casi su 55 (31%); birra dal tenore alcolico scorretto, 10 su 24 (41,7%); salame e insaccati da consumare crudi, veto sul 47% (31 su 65 campioni). Le percentuali di inadeguatezza più elevate è qui che si registrano; ma a deludere maggiormente, vuoi anche per il pregiudizio positivo che accompagna la gastronomia locale, sono latte e derivati negli alpeggi.

Pronte 4mila mucche: che si fa? - Con una stagione ormai al via, 3mila mucche ticinesi e un altro migliaio della Svizzera interna pronte a salire in quota a giugno, vien difficile stare tranquilli. Specie per quanto riguarda il burro, «non conforme» in sette casi su dieci. Problemi anche a 12 cagliate su 28 e oltre il 20% dei formaggi freschi.

Colpa (anche) delle leggi - Che succede, lassù? Per il presidente della Società ticinese economia alpestre, poco sorpreso - dice - dai dati statistici, è soprattutto una questione di normative. «Le leggi sulle derrate alimentari cambiano spesso e adeguarsi subito non è facile. Pian piano l'alpigiano lo fa», osserva Valerio Faretti, che ammette: «Sappiamo di qualche alpeggio fuori norma. Il siero che resta dopo la produzione del formaggio viene scremato e diventa panna con la quale fare il burro. Essendo più acido del latte, richiede maggiora attenzione. Conservare soprattutto è complesso, serve più riguardo».

E dove mettiamo il latte di capra? - I numeri sono comunque modesti. «In Ticino si contano un'ottantina di alpeggi, la metà dei quali fa formaggio d'alpe dop - spiega - Di questi, poi, non tutti fanno il burro. In totale sono 4 milioni di litri l'anno da trasformare». Quanto a dire, però, che quel poco burro non sia sicuro, ne corre. «Non drammatizzerei. Casomai starei più attento al latte di capra: gli animali vengono spesso munti ancora a mano e dunque l'igiene è più precaria».

«Noi lo mangiamo tutti i giorni» - Sarà anche fazioso, ma un buon testimonial è pure Marco Togni di Nante. «Noi lo mangiamo tutti i giorni», giura. La maggior parte del burro che produce, 4 quintali da 130 mucche all'Alpe Pontino nei mesi estivi, finisce poi alle panetterie e «nei panettoni. Durante la cottura, i batteri vengono eliminati». Pizzicato «una volta, nel 2016», spiega tutto con una similitudine: «È come andare a 40 km/h dove il limite è 30. Sei fuori legge, ma non ammazzi nessuno. È panna non pastorizzata, c'è poco da fare».

Buono per il panettone - Poco non vuol dire nulla. «Appena scremata, va messa subito al fresco. I batteri proliferano velocemente. Ogni venti minuti raddoppiano». Un po' il caldo, un po' l'esitazione e il "danno" è fatto. Ma basta altrettanto poco anche per rimediare, se ci si mette d'impegno. Che ne è stato del suo burro non conforme? «L'abbiamo regolarmente consegnato. È stata fatta una controprova, poco dopo: tutto a posto». 

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COMMENTI
 

bobà 6 anni fa su tio
ma dai, uuuh e adess? moriremo tutti ! Si moriremo di allergie che questa società ipersterilizzata ci obbliga a mangiare! Smettiamola con queste leggi Smettiamola con questi funzionari

Nicklugano 6 anni fa su tio
Certo che se continuiamo a permettere all'industria ed alla grande distribuzione di inventare sempre nuove norme che la piccola realtà artigianale non si può permettere, Migros e banda continueranno a creare nuovi Produktionsbetriebe der Migros.... Prima ti impedisco di continuare a lavorare e poi ti compro con quattro soldi...

Equalizer 6 anni fa su tio
Faccio fatica ad allinearmi con tutta questa imposizione di regole e regolette, i nostri vecchi hanno mangiato fuori "norma" e buona parte passa gli 70 e non hanno allergie o altre porcate, mentre i giovani d'oggi cresciuti in ambienti sterili hanno un problema di salute a settimana.

miba 6 anni fa su tio
In poche parole è tutto molto semplice. A furia di leggi, ordinanze, regolamenti d'applicazione ecc ecc, il tutto condito da personaggi che hanno fatto qualche master o bachelor ma che non hanno nessuna idea della realtà locale, degli usi, dei costumi e delle tradizioni stanno cambiando in peggio il nostro cantone. È così per i nostri prodotti tipici, per il turismo e tante altre cose ancora (tutte rigorosamente collegate tra loro). Io non so se qualcuno se ne renda veramente conto ma ci vengono a dire che il latte appena munto non si può bere/vendere perché fa male. Eppure io ne ho bevuto tanto, mangiato burro e formaggio quando non c'erano ancora tutte queste idiozie e sono sempre stato benissimo. Continuiamo pure a mangiare tutto pastorizzato, omogeneizzato, uperizzato (cioè senza più nemmeno un batterio pur necessario alla nostra flora intestinale) ma poi è normale che appena andiamo all'estero se non abbiamo l'imodium sono guai. Meditate gente....

gabola 6 anni fa su tio
Risposta a miba
Pienamente daccordo,con tutto il latte appena munto che ho bevuto e formaggini animati che ho mangiato credo che secondo i criteri delle leggi dovrei essere dalla parte delle radici da un bel po...pero quando vado in vacanza mangio di tutto e mai una volta che sono stato male...un caso?

mats13 6 anni fa su tio
Risposta a miba
Concordo. Quando compero il latte al supermercato e poi lo paragono con quello che acquisto saltuariamente dal produttore, mi rendo conto che al primo non è più rimasto nulla del gusto; sarà igienicamente ineccepibile ma è come bere acqua colorata... . Pure i formaggini Lati (per fare un esempio...) hanno tutti il medesimo gusto (di cartone...) perché togli questo oggi togli quello domani, hai un prodotto da sala operatoria ma insipido.

Tato50 6 anni fa su tio
Risposta a miba
Miba, un conto è bere latte appena munto o mangiare burro come faceva mio nonno "con la penagia", quindi usando latte fresco. Qui però si parla di burro ottenuto dopo la produzione del formaggio e mi piacerebbe sapere quanta panna contiene oltre alla "cagliata" ;-))

pontsort 6 anni fa su tio
Risposta a Tato50
Il burro all'alpe si é sempre fatto, anche perche in passato non si sprecava niente. Il burro ottenuto dalla cagliata é anche meno grasso per chi ha paura di ingrassare :) Oltretutto una volta i sistemi di refrigerazione non c'erano, ma si mettevano semplicemente in cantina come per il formaggio. Quindi mi chiedo, se una volta lo mangiavano (e non mi pare che ci fossero delle morie per il burro) perchè oggigiorno (come per molti prodotti) dovrebbe essere fuori 'norma'?

Tato50 6 anni fa su tio
Risposta a pontsort
Ma io non lo considero "fuori norma"; dico solo che il burro prodotto direttamente dal latte è migliore sia come qualità e come conservazione. Io avevo una casa in Cadagno e andavo quasi tutti i giorni a prendere il latte all'alpe e ogni tanto prendevo anche il burro. Sebbene avessi il frigorifero dopo due o tre giorni il colore cambiava e c'era una certo "retrogusto" segno questo che non era burro puro. Che sfruttino il latte in tutte le maniere lo posso comprendere ma quello che comperavo io una volta da un contadino che lo faceva direttamente con il latte era tutt'altra cosa. D'altra parte non per nulla il "liquido" che rimaneva poi lo dava ai maiali.

vulpus 6 anni fa su tio
Sembra un pò troppo banale l'affermazione non conforme. Che si dica chiaro e netto se è pericoloso oppure no. Purtroppo oggi ci vorrebbero far mangiare solo prodotti da sala operatoria, dove la chimica la fa da padrona. Poi si lamentano che il corpo umano non ha più capacità a reagire. Se effettivamente c'è qualche problema lo si corregga senza creare allarmismi inutili.

Monello 6 anni fa su tio
...lo mangiamo da 2000 anni ...ora improvvisamente non piu buono !! altra seghett..!! :-)

Shion 6 anni fa su tio
Adesso ho capito perché il panettone puzzava di andato a male! Lasciamo perdere questo lavorare cronico a la ticines...

pontsort 6 anni fa su tio
Risposta a Shion
tu si che hai capito tutto...
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