Per via di regolamentazioni internazionali le leggendarie “Strato” della Fender non saranno più come una volta. Il liutaio ticinese: «Più che altro scelta di marketing»
LUGANO - Quelle chitarre lì le ha suonate gente come Hendrix, Clapton e Mark Knopfler. Ma ormai Fender ha deciso: la ricetta alla base (fra gli altri) della sua famosissima Stratocaster non sarà mai più la stessa.
Palissandro protetto... - Il motivo? Un legno, il palissandro, che viene largamente utilizzato dall'industria degli strumenti musicali per realizzare le superfici (in gergo tastiere, ndr.) dei manici di chitarre e bassi è entrato a partire dal 2 gennaio 2017 nella lista delle specie protette del Convenzione sul commercio internazionale delle specie minacciate di estinzione (Cites).
... e complicazioni burocratiche - Una novità che ha complicato parecchio le cose, soprattutto per le aziende che commerciano su scala internazionale: ogni singolo strumento prodotto con il suddetto legno per essere sdoganato deve essere accompagnato dal suo bel certificato che ne garantisca la provenienza certificata e “in regola”.
Chi si adegua e chi... no! - C'è chi ha reagito bene – sobbarcandosi la mole di burocrazia per mettersi in regola con il Cites – e chi ha rinunciato a vendere strumenti con il palissandro fuori dai suoi confini. Fender, azienda leader del settore, ha optato per una piccola grande rivoluzione depennando il suddetto legno e sostituendolo con varianti esotiche (ebano e pau ferro) e più costose. Insomma, non è che le chitarre spariranno ma, se non altro, saranno un pochino diverse.
Il liutaio ticinese: «Come l'olio di palma nei biscotti» - Una mossa virtuosa e ecosostenibile? Più o meno, come ci spiega il liutaio Davide Garbujo del marchio ticinese Tribe: «Sono perlopiù questioni di marketing, in realtà basta mettersi in regola con il Cites come facciamo noi, utilizzando i tipi di palissandro permessi. È finita un po' come l'olio di palma nei biscotti, tolto più per motivi economici che legati alla salute: da quando è un legno protetto anche i produttori hanno alzato i costi». E le complicazioni burocratiche? «Io lo uso sul 90% degli strumenti e non ho mai avuto il minimo problema».