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SPAGNAScoperto il bruco mangia-plastica, degrada le buste rapidamente

24.04.17 - 18:00
«La scoperta potrebbe essere uno strumento importante per liberare acque e suoli dalla grandissima quantità di buste finora accumulata»
Fotolia
Scoperto il bruco mangia-plastica, degrada le buste rapidamente
«La scoperta potrebbe essere uno strumento importante per liberare acque e suoli dalla grandissima quantità di buste finora accumulata»

MADRID - Un bruco comunemente usato come esca dai pescatori riesce a mangiare e a degradare il polietilene, ossia una delle plastiche più utilizzate e diffuse anche nelle buste shopper. È la larva della tarma della cera (Galleria mellonella), un parassita degli alveari, e la sua nuova identità di 'mangia-plastica' è descritta per la prima volta nella rivista Current Biology in una ricerca coordinata dall'università britannica di Cambridge e condotta in collaborazione con l'Istituto spagnolo di Biomedicina e Biotecnologia della Cantabria (Csic).

La scoperta è avvenuta per caso grazie a un'osservazione dell'apicoltrice Federica Bertocchini, dello Csic. Mentre stava rimuovendo i parassiti dalle sue arnie, li aveva messi temporaneamente in una busta di plastica, che in poco tempo si è riempita di buchi. Così la ricercatrice si è messa in contatto con Paolo Bombelli e Christopher Howe, del dipartimento di Biochimica dell'università di Cambridge e insieme hanno programmato un esperimento.

Un centinaio di larve dono state poste vicino a una busta di plastica nella quale, già a distanza di 40 minuti, sono comparsi i primi buchi. Dopo 12 ore la massa della busta si era ridotta di 92 milligrammi: un tasso di degradazione che i ricercatori hanno giudicato estremamente rapido, rispetto a quello finora osservato in altri microrganismi capaci di digerire la plastica, come alcune specie di batteri che nell'arco di una giornata riescono a degradare 0,13 milligrammi.

«Se alla base di questo processo chimico ci fosse un unico enzima, la sua riproduzione su larga scala utilizzando le biotecnologie sarebbe possibile», ha osservato Bombelli. «La scoperta - ha aggiunto - potrebbe essere uno strumento importante per liberare acque e suoli dalla grandissima quantità di buste di plastica finora accumulata».

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COMMENTI
 

vulpus 6 anni fa su tio
E poi scomparuranno le api, in quanto i parassiti aumenteranno in modo esponenziale e la loro natura porterà ad attaccare gli apiari e non la plastica, problema che va risolto in ben altra maniera, eliminando definitivamente questi incolucri, e bonificando le famose isole galleggianti di plastica, operazione che naturalmente ha solo un costo e nessuna resa economica, e qundi non interessante per nessuno.

Gregi 6 anni fa su tio
"curioso" che sia sotto la rubrica "Finanza"

SosPettOso 6 anni fa su tio
Anche alle martore piace mangiare guarnizioni, isolanti dei cavi elettrici ed altre parti in plastica e gomma delle automobili, però "degradano" solo le auto. Le parti ingerite vengono poi "restituite" tali e quali... Se non sa come "digeriscano" 'ste larve, potrebbe anche darsi che si limitino a tritare la plastica senza degradarla... mah.. speriamo in bene!

loooool 6 anni fa su tio
Speriamo che i sacchetti tornino gratis e tolgano il prezzo di 5 centesimi ora

TheZec 6 anni fa su tio
Risposta a loooool
Speriamo di no
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