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CANTONEFare del bene non è mai stato così facile

02.12.16 - 08:21
Micro-Sharing: con il loro progetto di vera economia condivisa, Marco e Paolo da Lumino e Bignasco, 27 anni, si guadagnano la terza StartCup e 50mila franchi. «Così prepareremo il lancio in Svizzera»
Fare del bene non è mai stato così facile
Micro-Sharing: con il loro progetto di vera economia condivisa, Marco e Paolo da Lumino e Bignasco, 27 anni, si guadagnano la terza StartCup e 50mila franchi. «Così prepareremo il lancio in Svizzera»

LUGANO - A vincere, forse, è stata anche l'età: e l'entusiasmo che la giovinezza mostra anche se non ha intenzione; la simpatia che senza nulla fare si guadagna. Marco Righetti di Lumino e Paolo del Ponte di Bignasco erano i più giovani, ieri sera, tra i cinque finalisti di questa StartCup 2016 in Ticino, aula magna dell'Usi. Ventisette anni l'uno e l'altro, hanno battuto l'eperienza dei 40; la sicurezza che la maturità sa garantire. 

Ce l'hanno scritto in faccia - Ma la gente ha preferito fidarsi delle loro facce. Sarà anche che le avevano già messe nelle filiali della Migros, all'inizio dell'estate: quando la loro idea imprenditoriale ancora si chiamava Project Aqua, prima declinazione di un concetto di "Micro-Sharing" che nel frattempo ha rubato il nome all'iniziativa. Perché la bottiglietta che, portata in cassa, poteva a discrezione essere pagata 20 centesimi in più, da trasformare in 47 giorni di acqua potabile per una persona del Mali, resta l'esordio di un progetto che vuole allargarsi ad altri ambiti. E «dare la possibilità al consumatore di condividere quello che acquista, bene o servizio, con chi abita in Paesi in via di sviluppo e non ce l'ha. In quel caso si trattava di rimuovere un adesivo che svelava un codice a barre con prezzo maggiorato, così da devolvere la differenza in beneficenza: e dare anche a qualcun altro la possibilità di bere». 

Sorpresa: ai ticinesi piace essere generosi - Altrove, e ai piani alti, la chiamano sharing economy: il futuro dell'economia del mondo che due giovani hanno saputo sintetizzare così bene. E che il Ticino ha dimostrato di avere compreso e accolto come difficilmente ci si aspetta. Ma stavolta il concetto di "condivisione" è come non mai efficace: perché ha maggiore ragion d'essere di un risparmio interessato che può garantire un Uber o un Airbnb. Qui si tratta di aiutare chi davvero ne ha bisogno, gratis. «Il successo è stato superiore alle aspettative», ammette Marco: reduce da altre vittorie e da mesi trascorsi a Zurigo a portare agli altri l'idea, semplice eppure innovativa, avuta un giorno non lontano insieme con Paolo.

Dall'acqua ai libri: o la corrente elettrica - Comprare acqua per donare acqua; e magari un giorno, presto anzi, pure cibo, libri, energia elettrica. Forte dell'ennesimo, fresco riconoscimento, Marco mantiene il riserbo sul futuro - «Non possiamo dire di più, ci stiamo ancora lavorando» - ma non nasconde le ambizioni.

«Abbiamo reso concreta la filantropia» - Che potesse conquistarsi anche la platea della StartCup e 50mila franchi, con cui adesso sviluppare la piattaforma It, preparare la campagna marketing per il lancio in Svizzera e ampliare il team di una persona, ci confidava sul serio. «Perché abbiamo vinto? Perché abbiamo reso tangibile la filantropia. Abbiamo offerto l'opportunità di fare del bene concreto, con un contributo minimo e un grosso impatto finale. In un mese appena, a giugno, abbiamo dato accesso all'acqua per quattro anni a un villaggio di 330 abitanti in Mali». Ha funzionato nel piccolo Ticino: dubbi che possa funzionare altrove?  

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