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MONDOUber: siamo un'app, non un taxi

29.11.16 - 11:00
Un servizio digitale, non di trasporto: così la società proverà a convincere la corte europea che merita un trattamento meno restrittivo. E a rivoluzionare il sistema
Uber: siamo un'app, non un taxi
Un servizio digitale, non di trasporto: così la società proverà a convincere la corte europea che merita un trattamento meno restrittivo. E a rivoluzionare il sistema

LUSSEMBURGO - A qualcuno potrà sembrare pure una questione di lana caprina: ma potrebbe risolvere invece la diatriba che oppone con ferocia il vecchio al nuovo, per le strade a manifestare contro chi ruba presunti diritti acquisiti. Prima udienza oggi, anche se il responso arriverà non prima di marzo, scrive il New York Times: quando il tribunale europeo stabilirà se la sharing economy è, formalmente, un "servizio digitale".

Dovesse accadere, molte cose potrebbero cambiare: stavolta con il beneplacito delle istituzioni e il via libera di tutti, volenti o nolenti. Perché i vari Uber e Airbnb sarebbero autorizzati a operare senza le restrizioni previste per le compagnie standard. Un atto finalmente di giustizia, secondo Uber, che proprio oggi comincerà a convincere la corte di giustizia europea che non è un semplice servizio di trasporto, ma anzitutto un'app che prova a offrire qualcosa di moderno: e come tale dunque merita un trattamento ad hoc.

A dare il via al processo, un'accusa di attività illegale rimediata a Barcellona nel 2014. Davanti ai quindici giudici chiamati a dirimere la question, Uber si difenderà sostenendo che è una piattaforma web utile al consumatore, non una società di trasporto. E dunque esente dagli obblighi di licenze, assicurazione e sicurezza cui sono soggetti i taxi. Duecento le persone che hanno chiesto di poter assistere, interessati a capire dove si possa andare a parare: dovesse essere respinta l'obiezione di Uber, verrebbe messo a rischio anche il futuro di un mondo del lavoro meno tradizionale e ingessato.  

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