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CANTONE/SVIZZERACoop sta con i contadini: «Basta tagli, aiutiamoli»

19.09.16 - 06:08
Con una lettera ai consiglieri nazionali invita la Confederazione a sostenere una categoria già messa alla prova dal crollo dei redditi
Coop sta con i contadini: «Basta tagli, aiutiamoli»
Con una lettera ai consiglieri nazionali invita la Confederazione a sostenere una categoria già messa alla prova dal crollo dei redditi

S. ANTONINO - L'annuncio è arrivato venerdì mattina: e più della sorpresa è stato forte il piacere. Perché, ragiona il segretario dell'Unione contadini ticinesi Sem Genini, presente alla riunione in cui il comitato dell'Unione svizzera contadini è stato informato dell'iniziativa, «Coop poteva continuare tranquillamente a fare come nulla fosse». Invece ha deciso di schierarsi: e sostenere gli interessi e le rivendicazioni degli agricoltori, con una lettera contraria ai tagli dei contributi statali 2018-2021 che in questi giorni arriva sulle scrivanie dei consiglieri nazionali. 

Un gigante accanto ai nani, come accade nelle belle favole. Senza dietrologie, calcoli, tornaconti: così almeno dicono le carte. Se poi vi sia dell'altro, o di meno, resta comunque «un bel segnale: e importante. Si tratta pur sempre di una posizione ufficiale che dimostra attenzione verso la
realtà dei contadini. Qui non possiamo di certo lamentarci: anche Migros, con i Nostrani del Ticino che si basano sul nostro Marchio Ticino, ci dà una grossa mano per promuovere il territorio e valorizzare i nostri prodotti. Di sicuro Coop ha visto i dati e capito le nostre ragioni». Che sono quelle di un reddito sceso del 6,1% in un anno, giurano le statistiche, per un importo di 61.400 franchi ad azienda: media fra i 74.800 della pianura, i 53.600 della collina e i 49.800 della montagna. «In quest'ultimo caso addirittura il reddito agricolo ormai è pari soltanto alla metà dei redditi comparabili. In pianura ai due terzi. I livelli sono bassissimi».

Incidono la meteo, così come il prezzo della carne e quello del latte, che dal primo aprile è pagato solo 65 centesimi al chilo invece dei 68 precedenti. «Ma sarebbe sbagliato concentrarsi su numeri variabili. Nell'ultimo mese, per esempio, il trend della caduta libera si è fermato. La carne, specie quella di maiale, si è un po' ripresa. E anche il latte, al momento, non è più in fase di discesa».

Resta comunque un contadino che, per sbarcare il lunario, è costretto ad arrotondare con un secondo lavoro: e ciò nonostante non ce la fa a rimanere ai livelli del passato. Il reddito extra (+3,4%) non compensa le perdite e quello complessivo scende comunque del 2,9%, assestandosi a 88.300 franchi. Ticino in linea, con qualche preoccupazione in più visto che «di norma qui la situazione è sempre un pochino più grave di quella svizzera: ma non abbiamo dati specifici».

Una riduzione dunque dei pagamenti diretti di 514 milioni rispetto al 2014-17, come ipotizzato in primavera dal Consiglio federale, sarebbe un duro colpo per un settore dove già i piccoli soffrono e, sempre più spesso, chiudono. Con 119 voti contro 59, 10 astenuti, tre giorni fa il Consiglio nazionale si è pronunciato a sfavore dei tagli: rimane ora da superare il vaglio del Consiglio degli Stati. Che non potrà restare indifferente all'opinione, nero su bianco, di un leader della distribuzione come Coop. 

«Sia chiaro: noi non pretendiamo di più - conclude Genini -  Vogliamo semplicemente che tutto rimanga come prima. Anche perché agli agricoltori sono stati richiesti sforzi ulterioricon la nuova politica agricola PA14-17, in favore di tutta la popolazione, come per esempio per il benessere degli
animali, la cura e la qualità del paesaggio, la biodiversità. Le aziende si sono adeguate, hanno cambiato la loro gestione: e trovarsi proprio ora con risorse in meno rispetto a quelle che allo scopo erano state assicurate e promesse dal Consiglio federale sarebbe una grave scorrettezza. Tanto più davanti a spese federali che aumentano ovunque, ma in agricoltura sono ferme e costanti da anni». 

 

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