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Borse e MercatiBanche, Ue rincia la condivisione dei rischi

08.10.17 - 18:58
Banche, Ue rincia la condivisione dei rischi

FRANCOFORTE -Comincia domani una settimana importante per il sistema bancario europeo. Domani mattina sono attesi i risultati degli stress test consolidati per paese condotti dalla Bce sui 110 istituti europei vigilati. La "prova" serve a misurare il rischio legato ai tassi d'interesse ma è priva di veri e propri parametri da rispettare e consente un velo di riserbo sulle indicazioni che l'Eurotower darà poi a ciascun istituto.

L'appuntamento quindi non dovrebbe creare ulteriori problemi alle banche italiane dopo «il macigno» (come lo ha definito il presidente dell'Abi, Antonio Patuelli) piovuto questa settimana su di loro con la stesura dell'addendum messo in consultazione da Francoforte per inasprire ancora di più le norme destinate a gestire le sofferenze bancarie.

Per cercare di sbloccare il dossier Unione bancaria, e di far avanzare l'ultimo pilastro, ovvero lo schema comune di assicurazione sui depositi (EDIS), la Commissione europea ha deciso invece di modificare la sua iniziale proposta del 2015, andando di conseguenza incontro alle esigenze di chi, come la Germania, non vuole una condivisione dei rischi prima della loro consistente riduzione.

Per questo Bruxelles, salvo sorprese dell'ultima ora, mercoledì prossimo annuncerà una revisione dell'EDIS che rinvia soltanto ad un secondo momento la messa in comune dei rischi. E soltanto dopo che una revisione della qualità degli attivi (AQR) avrà certificato la riduzione, ad esempio, degli stock di crediti deteriorati. Il nuovo testo, hanno spiegato fonti dell'Unione europea, arriva dopo le elezioni tedesche, con la speranza di sfruttare lo slancio del nuovo Governo di Berlino. Anche perché la sua principale resistenza, cioè la mutualizzazione del rischio, sarebbe in questo modo affrontata e superata.

L'EDIS è una forma di "condivisione" di risorse, quelle degli attuali fondi nazionali di tutela dei depositi, che progressivamente finiranno in un unico salvadanaio entro il 2024 pronto a intervenire quando una banca fallisce e occorra rimborsare i depositi sotto i 100 mila euro. Il fondo sarà neutrale per gli istituti, perché si riempirà usando una parte del contributo versato nei fondi nazionali di tutela dei depositi, aggiustato al "rischio" di ogni banca. Ovvero: le banche con più rischi verseranno di più.

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