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CANTONE«Lascia a casa l'auto, ti ho comprato la bici»

22.09.17 - 06:07
Dagli abbonamenti Arcobaleno ai veicoli elettrici messi a disposizione per spostarsi in pausa pranzo: qualche esempio concreto dell'impegno delle aziende per abbattere traffico e inquinamento
«Lascia a casa l'auto, ti ho comprato la bici»
Dagli abbonamenti Arcobaleno ai veicoli elettrici messi a disposizione per spostarsi in pausa pranzo: qualche esempio concreto dell'impegno delle aziende per abbattere traffico e inquinamento

LUGANO - Se è vero che l'esempio vien dall'alto, allora non c'è da stupirsi a scoprire che, alla Datamars di Bedano, il 15% dei dipendenti va al lavoro con i mezzi pubblici, il 17% condivide il parcheggio e l'11% fa car sharing. Nell'ultimo anno oltre il 40% dei collaboratori, 71 in totale, ha cambiato abitudini e parte del merito va anche al top management, che si è messo d'impegno in prima persona per sensibilizzare il personale sulla responsabilità sociale - e ambientale - di un'azienda. «Due non possono rinunciare all'auto perché serve quotidianamente al ruolo che ricoprono, ma fra gli altri tre uno ha l'abbonamento arcobaleno, uno si è proposto per fare car pooling con gli impiegati, uno arriva in moto e ha un parcheggio condiviso con un altro direttore». 

Dieci parcheggi gratis a chi fa car sharing - Manuela Ferretti, HR manager, va fiera dei numeri in ascesa. «Siamo passati da tre abbonamenti nel 2015 a sei nel 2016, quest'ottobre arriveremo a undici. Datamars dà un contributo, che sommato al 15% di sconto della Comunità tariffale Arcobaleno significa che l'utente paga meno della metà del prezzo. Poi offriamo il parcheggio a chi condivide la macchina o il posto auto: nel primo caso hanno aderito sei coppie, nel secondo quattro. E abbiamo appena comprato una bici elettrica per chi ha rinunciato alla macchina, al quale garantiamo l'opportunità di usarla due volte al mese usufruendo degli shared parkings». Soddisfatti? «Vogliamo convincere altri ancora. Lo facciamo perché ci crediamo. I risultati si vedono. È vero, in bus ci si impiega di più: davanti a due ore di viaggio non ce la sentiamo di insistere. Ma quando lo scarto è di un quarto d'ora si può chiedere, forse anche  pretendere».

Una 50 le ditte già pienamente operative - Imprese che ci mettono del proprio, anche finanziario, per offrire soluzioni serie e concrete al problema del traffico che va a discapito della gente, dei lavoratori, della loro qualità di vita e pure del rendimento. Questo mese prende il via il progetto di mobilità aziendale per il comprensorio del Pian Scariolo, che si aggiunge a quelli già attivati a Mendrisio, località pilota, e in altre zone del Ticino, per una cinquantina di ditte già pienamente operative e un bacino potenziale di «150-200, attive su più livelli, dalla compartecipazione ai costi di un abbonamento al car pooling o le navette», riflette Davide Marconi, responsabile MobAlt. Novità in patenza il 2 ottobre, un servizio via lago Porto Ceresio-Morcote con accoppiamento battello-bus, con parcheggio gratuito, sconti e «risparmio di tempo e denaro». 

«Così valorizziamo i nostri dipendenti» - A Mendrisio, traffico e inquinamento sono quelli che in gergo si chiamerebbero "questioni annose". Sintetica, la più antica azienda farmaceutica del Ticino, ha deciso di attivare un dipartimento ad hoc, che unifica e mette in relazione sostenibilità e risorse umane. «Perché il personale stesso è una risorsa preziosa, da proteggere - riflette il responsabile, Daniele Fontana - Per incentivare una mobilità aziendale sostenibile Sintetica ha deciso di accollarsi il 50% del prezzo degli abbonamenti ai mezzi pubblici, svizzeri o italiani che siano. Offriamo poi un bonus di 50 franchi in busta paga a chi fa car pooling, assieme a un posto auto. I nostri 117 dipendenti, in questo ambito, si sono dimostrati anche molto creativi».

Dimezzato il numero di macchine - Per esempio, «hanno costituito team intercambiabili, che organizzano la condivisione a seconda degli orari d'ufficio. In questo modo abbiamo dimezzato il numero di auto che arrivano qui. Abbiamo scelto una linea premiale, non punitiva. Preferiamo i vantaggi alle penali. Vogliamo incentivare anche il lavoro da casa, soluzione che oltre a favorire la compatibilità casa-lavoro contribuisce a diminuire la pressione sul traffico». Non è impresa facile essere persuasivi, quando la pausa pranzo si fa occasione per andare in palestra o fare la spesa. «Abbiamo acquistato tre bici elettriche, a completa disposizione delle nostre collaboratrici e dei nostri collaboratori». 

Se solo gli autobus ci venissero incontro... - Il problema, riflette Sara Borsani, Mobility Manager di Ars Medica (Gravesano), sono i turni. «I collaboratori cominciano presto o finiscono tardi, quando i mezzi pubblici non sono sufficienti». Non è un alibi, né un motivo di rassegnazione. «La volontà non manca, quello che non aiuta una mobilità alternativa sono gli orari. Ma sensibilizzando il personale e qualche riscontro positivo iniziamo ad averlo. Vengono dati incentivi agli abbonamenti Arcobaleno, vengono organizzate giornate informative e presto verrà proposto un mobility day per permettere di sperimentare per un giorno l'utilizzo dei mezzi pubblici.

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