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STATI UNITIVi spiego perché Google mi ha licenziato

13.08.17 - 15:00
Il dipendente accusato di sessismo affida il suo sfogo a una lettera addirittura convincente. Qui alcuni stralci
Vi spiego perché Google mi ha licenziato
Il dipendente accusato di sessismo affida il suo sfogo a una lettera addirittura convincente. Qui alcuni stralci

MOUNTAIN VIEW - A leggerla da cima a fondo, ci si convince delle sue ragioni. Del resto Google è nota per «assumere le persone più intelligenti del mondo», scrive lui stesso: tale James Damore, divenuto celebre nel mondo per essere stato licenziato in tronco dopo la diffusione di un documento giudicato sessista, in cui attribuisce a differenze biologiche le disparità uomo-donna in ambito professionale. «Non tutte quelle che vediamo sono il risultato di un trattamento discriminatorio», ribadisce, affidando il suo sfogo a una lettera in cui solleva tutte le sue perplessità sul modo in cui è stato trattato e silurato.

I limiti del dissenso - «Il contenuto del testo, lungo dieci pagine, era ben motivato, scientificamente fondato e scritto in buona fede», si difende, per subito domandare: «Come ha fatto Google a diventare così ideologica e intollerante al dibattito scientifico e all'argomentazione ragionata?». La colpa è di quelle che lui chiama le «eco camere ideologiche» dell'azienda, che per proteggere dal dissenso racchiudono il dibattito entro certi limiti. «Come Noam Chomsky ha dichiarato, "Il modo migliore per mantenere la gente passiva e obbediente è limitare rigorosamente lo spettro di opinioni accettabili, ma consentire un dibattito molto vivace all'interno di tale spettro"».

Potere di internet - Da restringere anche la cerchia di persone cui rivolgersi, fin dove possibile. «Quando ho diffuso il documento, circa un mese fa, non c'è stata alcuna accusa di misoginia. Ho cercato di invitare alla discussione i colleghi, ma sono stato in gran parte ignorato. Tutto è cambiato quando è diventato virale all'interno dell'azienda e nel mondo tecnologico più vasto. I più zelanti difensori del credo della diversità, secondo cui tutte le disuguaglianze sono dovute a trattamenti differenti e tutte le persone sono intrinsecamente identiche, non potevano permettere che questo reato pubblico rimanesse impunito. Hanno inviato email arrabbiate al dipartimento risorse umane, chiedendo la censura, la ritorsione e l'espiazione».

Addio, Google - «Mi rattrista lasciare Google e vedere come abbia zittito una discussione aperta e onesta. Se continuerà a ignorare i problemi emersi rintorno alle sue politiche sulla diversità e alla sua cultura aziendale, cammina in un vicolo cieco. Si scoprirà incapace di soddisfare le esigenze dei suoi ottimi dipendenti e certo deluderà i suoi miliardi di utenti».

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