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STATI UNITIMonster rende ricchi: performance del 92000%

28.04.17 - 06:00
La società produttrice dell'energy drink ha un capitale di 25,7 miliardi di dollari e la crescita è costantemente in doppia cifra
Monster rende ricchi: performance del 92000%
La società produttrice dell'energy drink ha un capitale di 25,7 miliardi di dollari e la crescita è costantemente in doppia cifra

NEW YORK - Un energy drink che dà lo sprint non solo a chi lo beve, ma anche alle sue azioni in Borsa: parliamo di Monster, che cresce con ritmi straordinari ogni anno.

Il successo della Monster Beverage Corporation è stato analizzato su Il Sole 24 Ore: l'azienda è nata nel 1932 con un altro nome, e commercializzava in succhi di frutta destinati a dissetare le troupe che lavoravano a Hollywood. La svolta avviene 60 anni dopo: dopo una bancarotta e la rinascita come Hansen Natural Company la società viene acquisita da un gruppo di investitori capitanati da sudafricano Rodney Sacks e si butta sugli energy drink.

Il mercato delle bevande energetiche, all'inizio degli anni Novanta, è quasi “vergine”, con Red Bull a farla da padrone. Dieci anni dopo, con il lancio del “Monster energy drink”, cambiano le carte in tavole e la società guadagna quote di mercato. Monster Beverage entra in Borsa a New York, nel listino Nasdaq solitamente riservato alle compagnie dell'universo hi-tech. La performance dal 1995 a oggi è a dir poco stupefacente: +92¦000%, sufficiente per rendere ricco più di un investitore. Il capitale societario si attesta oggi a 25,7 miliardi di dollari (nel 2000 erano “soli” 43 milioni), e la crescita annua è di oltre il 40%.

Monster sembra indistruttibile, e nemmeno un'inchiesta aperta nel 2012 dalla Food and Drug Administration - in seguito alla morte di cinque consumatori - ha infranto il suo successo. Monster, che produce ancora bevande basate sui succhi di frutta e bibite gassate accanto agli energy drink e sponsorizza decine di eventi sportivi estremi e non, secondo gli analisti ha il potenziale per una crescita a due cifre delle vendite, e chi scommette sulle azioni (nonostante non siano a buon mercato) può aspettarsi ancora incrementi che possono toccare il 27%.

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